Page 122 - Confessioni
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sono le cose formate a esprimere il tempo, mentre la materia era informe e si presenta nel tempo ormai
insieme al tempo. Tuttavia non se ne può predicare nulla, oltre ad attribuirle una certa priorità nel tempo,
sebbene sia considerata l’infimo degli esseri, perché le cose dotate di una forma sono ovviamente più
perfette delle informi; e sia preceduta dall’eternità del creatore, se doveva derivare dal nulla la sostanza
dalla quale doveva nascere qualcosa.
Conclusioni
Amore concorde della verità
30. 41. In tale disparità di opinioni vere la verità sola dovrà portare la concordia. Il Dio nostro abbia pietà
di noi, per volgerci all’uso legittimo della legge secondo il fine del precetto, la pura carità. Se perciò
qualcuno mi domanda quale fu tra queste l’intenzione di Mosè, tuo grande servitore, non posso rispondere
con le mie confessioni. Non te lo confesso, perché lo ignoro, pur sapendo che sono tutte opinioni vere, ad
eccezione di quelle materialistiche, su cui ho parlato quanto ritenni necessario. Ma i fanciulli di buona
speranza, che queste parole del tuo libro sublimi nella loro umiltà e copiose nella loro scarsezza non
atterriscono; ma quanti riconosco interpreti ed espositori veritieri di quelle parole, amiamoci l’un l’altro e
amiamo allo stesso modo te, Dio nostro, fonte di verità, se di verità e non di vane fantasie siamo assetati.
E onoriamo anche il tuo servitore, dispensatore di tale scrittura, traboccante del tuo spirito; crediamo che
nello scrivere queste parole per tua rivelazione mirò a quanto in esse brilla maggiormente per luce di
verità e messe di vantaggi.
Molteplicità di significati
31. 42. Così, quando uno dice: “La sua idea fu la mia”, e un altro: “No, bensì la mia”; io rispondo con
spirito, credo, più religioso: “Perché non piuttosto ambedue, se ambedue sono vere? E se altri scorgesse
nelle stesse parole una terza, una quarta, e ogni altra verità, perché non dovremmo credere che quegli le
vide tutte, se l’unico Dio se ne servì per adeguare gli scritti sacri a molte intelligenze, che vi dovevano
vedere sensi diversi e veri?”. Io, lo dichiaro intrepidamente dal fondo del mio cuore, se giungessi al
vertice dell’autorità e dovessi scrivere qualcosa, vorrei senza dubbio scrivere in modo che nelle mie
parole echeggiassero tutte le verità che ognuno potesse cogliere in quella materia, anziché collocarvi con
discreta chiarezza un solo pensiero a esclusione di tutti gli altri, che pure non mi urtassero con la loro
falsità. Non voglio quindi essere così temerario, Dio mio, da credere che un tale uomo non abbia meritato
da te questo privilegio. Egli vide certamente in queste parole e pensò, all’atto di scriverle, tutte le verità
che potemmo trovarvi, ed anche le altre, che noi non potemmo, o non potemmo ancora, ma si può
trovarvi.
Cognizione del vero
32. 43. Infine, o Signore, che sei Dio, e non carne e sangue, se l’uomo non vide tutto, al tuo Spirito
buono, che mi condurrà nella terra giusta, invece poté mai rimanere occulta alcuna delle cose che in
quelle parole tue per tuo conto ti proponevi di rivelare ai futuri lettori, quand’anche il loro banditore non
abbia concepito che uno dei molti sensi veri? In tal caso il senso concepito da lui sarebbe certamente il più
elevato di tutti. A noi, Signore, rivela quello stesso o qualunque altro ti piaccia, purché vero. Ma, sia che
nell’incontro delle medesime parole ce ne mostri il senso che già mostrasti a quel grande, sia che un altro
ce ne mostri, nùtrici tu, non c’illuda l’errore. Ecco qui, Signore Dio mio, quante cose ho scritto per poche
parole, quante cose davvero! Di questo passo, come basteranno le mie forze, come il tempo per tutti i tuoi
libri? Permetti dunque che per loro mezzo io ti faccia la mia confessione piuttosto in breve, scegliendone
un unico senso, ispiratomi da te come vero, sicuro e buono, sebbene molti si presentino dove molti
potranno presentarsi. E la mia confessione sia tanto schietta, da esporla, se esporrò l’intenzione del tuo
ministro, con la dovuta esattezza. A ciò devo tendere con tutte le mie forze; e se non riuscirò a tanto,
possa riuscire almeno a esporre ciò che la tua verità volle comunicarmi con le parole di lui, al quale pure
comunicò ciò che volle.
Agostino – Confessioni pag. 120 di 134