Page 57 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
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e le sue delizie, la mastica e la assapora, per così dire, perdendola sempre di più e
trasmutandola in lui in maniera sempre più mirabile. Ciò è davvero degno della bocca di
Dio, perché solo la sua bocca è capace di farlo, e degno anche dell’Anima, trattandosi
del suo bene supremo e del suo fine ultimo.
10. Io appartengo al mio Amato, e lui è completamente dedito a me.
Rassicurata che quanto le fanciulle dicono è vero, la Sposa confessa e conferma a
loro la stessa cosa: dopo che l’ardente amore del mio Amato mi ha totalmente divorato,
dice, sono stata a tal punto persa in lui da non potere più ritrovarmi. E ancor più
sinceramente delle altre volte devo confessare di appartenere completamente al mio
Amato, perché lui mi ha trasformata in lui stesso, di modo che non saprebbe più
scacciarmi, e io non ho più timore di essere separata da lui.
O Amore, voi non respingete più quest’Anima! E si può dire che essa è per sempre
confermata nell’amore, poiché è stata consumata dallo stesso amore e trasformata in lui.
Non vedendo più nulla nella sua Sposa che non sia a lui e di lui, l’Amato più non
distoglie lo sguardo da lei, né cessa di amarla, così come non può smettere di guardare
né di amare se stesso.
11. Venite, mio Amato, andiamo nei campi, dimoriamo nei villaggi.
Nulla più può temere la Sposa: perché tutto per lei è diventato Dio, e lei lo trova
ugualmente in ogni cosa. Non ha più bisogno di espedienti, né deve più stare chiusa e
imprigionata: è entrata in una meravigliosa partecipazione dell’immensità di Dio. Tutto
quel che si dice di questa unione ineffabile, con tutte le differenze essenziali, si intende
essere tra il creatore e la creatura, seppure in una perfetta unità d’amore e di spoliazione
mistica in Dio solo. Ella non teme più di perderlo perché è non soltanto unita, ma
trasformata in lui. Per questo lo invita lei stessa a uscire dal chiuso della casa, o del
giardino. Andiamo amor mio, gli dice, andiamo dappertutto nel mondo, a procurarvi
delle conquiste; non c’è più luogo troppo piccolo o troppo grande per me da quando la
mia dimora è Dio stesso, e da quando, ovunque mi trovi, io sono nel mio Dio.
12. Leviamoci al mattino per andare alle vigne; vediamo se la vigna è fiorita, se i fiori
si mutano in frutti, se i melograni hanno messo i fiori: Là io vi darò il mio seno.
Ella invita il suo Sposo ad andare dappertutto, perché ora è pronta all’azione. E
poiché Dio agisce sempre all’esterno e sempre si riposa all’interno, così anche
quest’Anima, che all’interno sta sicura in un perfetto riposo, è molto attiva all’esterno:
quel che aveva fatto poco prima in maniera difettosa, lo fa ora perfettamente. Non
guarda più se stessa, né i frutti che sono in lei, ma vede tutto in Dio. Vede nei campi
della Chiesa mille cose utili che sono da farsi per la lode del suo Sposo, e vi si impegna
con tutte le sue forze, secondo le occasioni che la provvidenza le procura e con tutta
l’intensità della sua vocazione.
Ma spiegateci, o Sposa meravigliosa, che cosa intendete dire quando dite che darete
il vostro seno al vostro Sposo? Non è lui che lo rende fecondo, e che lo riempie di latte?