Page 62 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
P. 62
parla delle questioni delle altre Anime, e discute con lui in tono confidenziale come se
si trattasse delle loro faccende domestiche. Che faremo per quest’Anima ancora piccola
e tenera, dice, che ci è sorella per la sua purezza e la sua semplicità? (Nella persona di
colei che nomina ella intende tutti i suoi simili). Che faremo per lei il giorno in cui
dovrò incominciare a comunicare con lei? Ancora non ha seno, né disposizione
sufficiente per il matrimonio divino; non è in grado di aiutare il prossimo. In che modo
ci condurremo con lei? È così che le Spose debbono consultare Gesù Cristo in favore
delle Anime.
9. Se è un muro, costruiamo su di esso fortificazioni d’argento; se è una porta,
orniamola di tavole di cedro.
Lo Sposo le risponde: se ella è già come un muro di attesa a causa di una forte
passività, cominciamo a erigere su di lei fortezze d’argento per difenderla dai nemici di
questo stato avanzato, che sono la ragione umana, la riflessione e l’arguzia dell’amor
proprio. Ma se è ancora solo come una porta, che incomincia soltanto a uscire dalla
molteplicità per entrare nella semplicità, orniamola di grazie e di virtù che abbiano la
bellezza e la solidità del cedro.
10. Io sono un muro, e i miei seni sono come una torre dopo che sono stata davanti a
lui come colei che ha trovato la pace.
Sommamente felice dell’insegnamento e della promessa che ha appena ricevuto dalla
bocca del suo Sposo, la Sposa si offre essa stessa a modello della riuscita di simile
condotta. Io stessa sono, dice, un muro tanto solido, e i miei seni sono come una torre
che può servire da asilo e da difesa per molte Anime, e che ripara anche me, da quando
sono apparsa davanti a voi come colei che trova la pace in Dio per non perderla più.
11. Il Pacifico ha una vigna nella città popolosa. Ha designato degli uomini per
custodirla: uno deve pagargli mille monete d’argento per i frutti.
O mio Dio!, sembra che vi siate dilettato nel prevenire ogni possibile dubbio e
obiezione. Si potrebbe dire che quest’Anima, che non si possiede più e che non agisce
più da sola, non è più meritevole. Voi siete, o Dio, il Dio di pace che possiede una
vigna, di cui affidate la principale cura alla vostra Sposa: e la Sposa è questa stessa
vigna. È situata in un luogo che si chiama popolo: perché voi avete reso la vostra Sposa
feconda, e madre di un popolo numerosissimo. A sorvegliarla avete posto i vostri
Angeli, e lei arreca grande beneficio sia a voi, o Dio, sia alla stessa Anima. Le offrite la
libertà di servirsi della vigna e di gustarne i frutti: lei ha il vantaggio di non essere quasi
più in condizione di perdervi né ‘di spiacervi, e tuttavia anche quello di non cessare di
fortificarsi, e di meritare sempre.
12. Io sono sempre attenta alla mia vigna. Mille monete d’argento saranno per voi, o
Pacifico, e oltre a queste ve ne saranno duecento per coloro che custodiscono i suoi