Page 47 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
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ch’io amo, che cerco e per cui sono tanto appassionata, è colui che possiede tutte queste
                  rare qualità, e infinitamente più di quanto io non saprei descrivere. Giudicate voi se non
                  ho ragione di amarlo.


                  17.  Dov’è  andato  il  vostro  Amato,  o  la  più  bella  tra  le  donne?  Diteci  dove  si  è
                  allontanato il vostro Amato, e noi lo cercheremo con voi.

                     Nel suo abbandono e nel suo dolore, l’Anima diviene una grande missionaria; con
                  tale eloquenza predica le perfezioni di colui che ama, le sue dolcezze e le sue infinite
                  qualità degne di amore, da invogliare le sue compagne a cercarlo con lei e a conoscerlo.
                  O amore vittorioso! Quando voi  più  fuggite,  è  allora che fate maggiori conquiste! E
                  quest’Anima, che è come un torrente impetuoso a causa del suo violento amore, trascina
                  con sé tutto quello che incontra. Oh, chi non avrebbe voglia di vedere e di cercare un
                  Amante  tanto  desiderabile?  Giovani  cuori  che  vi  disperdete  così  inutilmente  nei
                  divertimenti delle creature, perché non vi impegnate in questa ricerca? Ah, voi sareste
                  infinitamente felici!




                  Capitolo VI


                  1. Il mio Amato è sceso nel  suo giardino,  sino alle aiuole di  piante aromatiche, per
                  pascolare in questi luoghi di delizie e cogliervi dei gigli.

                     O  Amante  fortunata,  dopo  avere  tanto  cercato  il  vostro  Amato,  ne  avete  infine
                  notizia!  Avete  tanto  detto  che  lo  tenevate  così  bene  che  non  lo  avreste  più  lasciato
                  andare, e invece lo avete lasciato andare più lontano che mai. Ahimè, ella dice, io ero
                  una temeraria, non consideravo che non dipende da me il trattenerlo ma che sta a lui di
                  concedersi  e  ritrarsi  come  più  gli  aggrada;  che  io  non  devo  volere  altro  che  la  sua
                  volontà, ed essere indifferente al suo andare e venire. Confesso che il mio amore era
                  interessato, sebbene non lo riconoscessi; io preferivo al suo proprio piacere il piacere
                  che avevo nell’amarlo, nel vederlo e nel possederlo. Ah, s’io fossi abbastanza fortunata
                  da rivederlo, non mi comporterei più così, lo lascerei andare e venire a suo piacimento,
                  e  sarebbe  il  modo  per  non  perderlo  più.  Tuttavia  so  che  è  disceso  nel  suo  giardino,
                  l’Amato, è nella mia Anima, ma a tal punto vi sta per lui stesso che io non voglio più
                  avervi parte. Sta nel più profondo centro, nella parte suprema dove si trova quanto vi è
                  di più profumato. È qui il luogo in cui Dio abita, qui la fonte e la sede di tutte le virtù.
                  Lui vi giunge per nutrirsi di tutto quanto è suo: perché non c’è più nulla di mio, né per
                  me. Gode i suoi piaceri innocenti in questo giardino che lui stesso ha piantato, coltivato
                  e fatto fruttificare grazie al suo calore vivificante. Che colga dunque i suoi gigli, che
                  tutta la purezza sia per lui, che lui ne tragga tutto il piacere e il beneficio.


                  2. Io sono del mio Amato, e il mio Amato è mio. Egli pascola tra i gigli.
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