Page 42 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
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un contatto doloroso, ed è il dolore più sensibile dell’Anima, lo stesso che provava il più
                  paziente degli uomini, che, dopo avere sofferto mali inconcepibili senza lamentarsi, non
                  poté  trattenersi  dal  gridare  al  contatto  della  mano  di  Dio:  Ah,  di  grazia,  amici  miei,
                  dimenticate tutti gli altri miei torti che tanto vi fanno orrore! Abbiate solamente pietà di
                  me per una cosa, che la mano di Dio mi ha toccato (Gb 19,21)! Allo stesso modo la
                  Sposa si sente fremere tutta a questo contatto. Sposo divino, quanto siete geloso che la
                  vostra Amante faccia tutto quello che volete se una semplice scusa, che pareva tanto
                  giusta, vi offende a tal punto? Non potevate impedire a una Sposa così cara e fedele di
                  opporvi  questa  resistenza?  Ma  essa  era  necessaria  per  il  suo  compimento.  Lo  Sposo
                  permette  questa  colpa  nella  sua  Sposa  allo  scopo  di  punirla,  e  al  tempo  stesso  di
                  purificarla  dall’attaccamento  che  lei  aveva  alla  propria  purezza  e  innocenza,  e  dalla
                  ripugnanza  ch’ella  sentiva  nello  spogliarsi  della  propria  giustizia;  perché,  anche  se
                  sapeva  bene  che  la  sua  giustizia  appartiene  al  suo  Sposo,  tuttavia  vi  portava  un
                  attaccamento, e se ne attribuiva una parte.


                  5. Mi sono alzata per aprire al mio Amato: la mirra è stillata dalle mie mani, e le mie
                  dita si sono trovate piene di mirra purissima.

                     Appena riconosciuta la propria colpa, l’Anima se ne pente e si risolleva grazie a un
                  rinnovato abbandono e a un accresciuto sacrificio. Ma questo non avviene senza dolore
                  e amarezza: la parte inferiore e tutta la natura sono presi da tristezza e timore, le sue
                  stesse azioni ne sono rese più penose e più amare, e dell’amarezza più grande che lei
                  avesse mai provato.


                  6. Ho tolto il chiavistello alla mia porta per aprire al mio Amato,  ma lui si era già
                  allontanato ed era passato oltre. La mia anima si è sciolta non appena lui ha parlato:
                  io l’ho cercato e non l’ho trovato, l’ho chiamato e non mi ha risposto.

                     È come se l’Anima dicesse:  io  ho tolto  la barriera che impediva sia la  mia totale
                  perdita, sia la consumazione del mio matrimonio, perché il matrimonio divino non può
                  essere  consumato  se  non  è  sopravvenuta  la  perdita  totale.  Io  ho  dunque  tolto  questa
                  barriera, grazie all’abbandono più coraggioso, e al sacrificio più puro che mai sia stato.
                  Ho aperto al mio Amato credendo che sarebbe entrato e avrebbe guarito il dolore che mi
                  aveva causato con il suo contatto; ma, ahimè, il colpo sarebbe troppo dolce se lui vi
                  ponesse  rimedio  così  presto!  Lui  si  nasconde,  fugge,  passa  oltre,  lascia  all’Amante
                  afflitta solamente la ferita che le ha inferto, la pena della sua colpa, l’impurità che essa
                  crede di avere contratto nel levarsi. Tuttavia la bontà dello Sposo è tanto grande che,
                  sebbene egli si  nasconda, non dimentica di  elargire numerose grazie ai  suoi  amici,  e
                  tanto  più  grandi  quanto  più  le  privazioni  sono  lunghe  e  dure;  come  fece  con  la  sua
                  Sposa,  la  quale  si  trovò  in  una  nuova  disposizione  che  fu  per  lei  assai  vantaggiosa,
                  sebbene non la riconoscesse come tale. E che la sua Anima si sciolse e si liquefece non
                  appena  il  suo  Amato  ebbe  parlato,  e  che  mediante  tale  liquefazione  perse  le  sue
                  caratteristiche  dure  e  ristrette  che  impedivano  la  consumazione  del  matrimonio
                  spirituale,  in  maniera  tale  che  essa  fu  del  tutto  pronta  a  fluire  nella  sua  origine.  Ho
                  cercato il mio Amato, e non l’ho trovato; l’ho chiamato, ma lui non ha più voce per me.
                  O dolore inconcepibile!
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