Page 37 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
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Siete mia sorella, perché apparteniamo a uno stesso Padre; siete mia Sposa, perché vi
ho già sposato e non resta che poco tempo perché il matrimonio sia consumato. Mia
Sorella, mia Sposa. O parole troppo soavi per un’anima afflitta perché la bellezza che
ama, e da cui è così teneramente amata, non si lascia possedere! Mi avete ferito il cuore,
lui dice, mi avete ferito il cuore. Voi gli avete inferto una duplice ferita, o Sposa: una
con uno sguardo dei vostri occhi, come se lui dicesse: ciò che mi ha rapito e mi ha
attratto verso di voi è il fatto che tutte le vostre sventure, tutte le vostre disgrazie e i
vostri più grandi dispiaceri, tutto questo non vi ha spinta a distogliere il vostro sguardo
da me per contemplare voi stessa. Voi avete ignorato non solo le ferite che io vi facevo
infliggere, ma anche quelle che io stesso vi infliggevo, come se esse non vi avessero
affatto toccata, perché il vostro amore puro e retto, che vi teneva concentrata
unicamente su di me, non vi permetteva di considerare voi stessa né i vostri interessi,
ma soltanto di contemplare me con amore, come il vostro oggetto supremo. Ma ahimè!,
dirà l’Amante afflitta, come avrei potuto guardarvi se non so dove siete? Ella non sa che
il suo sguardo è divenuto così puro che, essendo sempre diretto e privo di riflessione,
non conosce il proprio sguardo, e non si accorge che non smette di vedere. Inoltre, dal
momento che non lo si può più vedere e che ci si dimentica di se stessi come di tutte le
creature, è necessario che si guardi Dio; ed è su di lui che si sofferma lo sguardo
interiore. L’altra ferita che voi mi avete inferto è, dice ancora lo Sposo, causata
dall’unione dei vostri capelli bene intrecciati. Ciò indica abbastanza chiaramente che
tutte le affezioni dell’Amante sono state riunite in Dio solo, e che ella ha perduto tutte le
sue volontà in quella del suo Dio, in maniera tale che l’abbandono di tutta se stessa alla
volontà di Dio attraverso la perdita di ogni volontà propria, e la dirittura con cui ella si
applica a Dio senza più ritornare su se stessa sono le due frecce che hanno colpito il
cuore del suo Sposo.
10. Come sono belli i vostri seni, Sorella mia, mia Sposa! Il vostro seno è più delizioso
del vino, e l’odore dei vostri profumi supera tutti gli aromi.
Prevedendo tutte le conquiste che la Sposa gli procurerà, e quanto latte deve uscire
dal suo seno per nutrire un numero incalcolabile di anime, lo Sposo è preso
dall’ammirazione. Infatti si deve notare che quanto più la Sposa progredisce, tanto più i
suoi seni divengono pieni, dato che lo Sposo glieli riempie sempre di più, il che gli fa
dire: Come sono belli i vostri seni! Essi mi incantano e mi seducono. Sono più belli del
vino, perché hanno vino e latte: vino per i forti, e latte per gli infanti. Gli odori coi quali
voi attirate a me le anime sorpassano infinitamente tutti i profumi: in voi vi sarà un
odore che le anime conosceranno solo quando saranno molto progredite, un odore che le
attirerà e le farà correre dietro di voi per venire a me, ed esse mi saranno condotte da
voi. Questo odore segreto stupirà quanti non saranno a conoscenza di simile mistero.
Tuttavia la loro esperienza li costringerà a dire: non so cosa ci sia in voi che mi attira, è
un odore straordinario a cui si resiste a stento, sebbene non si capisca cosa sia.
Dev’essere l’unzione dello Spirito, che il solo Cristo del Signore può comunicare alle
sue Spose.
11. Le vostre labbra, mia Sposa, sono come il favo da cui stilla il miele: il miele e il
latte stanno sotto la vostra lingua, e l’odore delle vostre vesti è pari a quello