Page 39 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
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14. Il nardo, lo zafferano, lo zucchero, la cannella e tutti gli alberi del Libano, la mirra
e l’aloe con tutti i profumi più squisiti.
Egli continua a descrivere le particolari caratteristiche delle anime, delle quali grazie
a un puro effetto della sua bontà ha reso madre la sua Sposa; e nell’esporre le
caratteristiche delle altre, le mostra al tempo stesso tutte racchiuse nella sua Amante
come nel principio di comunicazione attraverso cui esse sono distribuite.
15. La fontana dei giardini, e i pozzi delle vive acque che con impeto discendono dal
Libano.
La fontana dei giardini è lo Sposo stesso, che è la fonte delle grazie che fanno
nascere, rinverdire, crescere e fruttificare le piante spirituali. La Sposa è come un pozzo
in cui sono racchiuse le acque vive e vivificanti; e queste acque sgorgano dallo Sposo
attraverso la Sposa, scendendo impetuose dall’altezza della divinità, rappresentata da
quella del monte Libano, per inondare tutta la terra, cioè tutte le anime che vogliono
entrare nel regno interiore, e sopportarne i tormenti nella speranza di raccoglierne i
frutti.
16. Alzatevi, aquilone, venite, austro: soffiate nel mio giardino, così che i suoi profumi
si spandano.
La Sposa invita lo Spirito Santo, lo Spirito di vita, a venire a soffiare in lei, di modo
che il giardino così colmo di fiori e di frutti spanda il suo profumo per il vantaggio di
molte anime. Inoltre, è lo Sposo a chiedere che la resurrezione della Sposa si compia
presto, e che lei riprenda una nuova vita grazie al soffio di questo Spirito vivificante,
quello che deve rianimare e far rivivere l’Anima annullata, affinché il matrimonio sia
perfettamente consumato.
Capitolo V
1. Che il mio Amato venga nel suo giardino per mangiare il frutto dei suoi alberi di
melo. Sono venuto nel mio giardino, mia Sorella, mia Sposa: ho raccolto la mia mirra
con i miei profumi, ho mangiato il mio favo di miele e ho bevuto il mio vino con il mio
latte; mangiate amici miei, bevete e inebriatevi, miei cari.
La Sposa, che, come il suo Amato le ha detto, è un bel giardino sempre pieno di fiori
e di frutti, lo prega insistentemente di venirvi per gioire delle sue delizie e mangiare dei
suoi frutti, come se dicesse: io desidero bellezza e fecondità solamente per voi, venite
dunque nel vostro giardino a possedervi ogni cosa, a mangiarla e a servirvene a
vantaggio delle anime elette, altrimenti io non ne voglio. L’Amato acconsente a ciò che