Page 32 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
P. 32

come un carro di trionfo, sul quale egli desidera essere condotto con magnificenza e
                  clamore davanti a tutte le creature. Questo seggio regale è fatto di alberi del Libano,
                  perché Gesù Cristo, secondo la carne, è disceso dai Patriarchi, dai Re e dai Profeti, tutti
                  uomini  straordinari  per  la  loro  santità  e  il  loro  carattere.  Il  Verbo  di  Dio  è  quindi
                  nell’uomo come sul trono della sua maestà, come dice san Paolo: che Dio era in Gesù
                  Cristo, nel quale ristabiliva il mondo nella sua grazia (2Cor 5,19).
                     Anche in ciascuna Anima Gesù Cristo si costruisce un trono, che orna con grande
                  sfarzo per farne il luogo della sua dimora come pure del suo riposo e delle sue eterne
                  delizie, e per regnarvi sovranamente, dopo averlo conquistato al prezzo del suo sangue e
                  santificato con le sue grazie. Perché così come Dio regna in Gesù Cristo, Gesù Cristo
                  regna nei cuori puri, dove non trova più nulla né che gli resista, né che gli spiaccia: il
                  che significa predisporre per noi il suo Regno (Lc 22,29), e renderci partecipi della sua
                  Regalità, così come suo Padre gli aveva preparato il suo Regno, e gli ha comunicato la
                  sua  Regalità.  Il  trono  del  Re  dei  Re  è  fatto  dunque  di  alberi  del  Libano.  È  il  fondo
                  naturale dell’uomo, che serve da base e da fondamento all’edificio spirituale. È questo
                  fondo imita bene l’altezza e il pregio degli alberi del Libano, perché proviene da Dio
                  stesso ed è fatto a sua immagine e somiglianza. La Sposa del Cantico è offerta come
                  modello  di  tale  augusto  trono  a  tutte  le  altre  Amanti  dello  Sposo  celeste,  al  fine  di
                  muoverle alla ricerca di una simile beatitudine. È lei stessa a descrivere il trono dello
                  Sposo,  avendo  ricevuto  una  nuova  luce  per  conoscerlo  con  maggior  penetrazione,
                  nell’unione essenziale, seppure passeggera, di cui ella è stata appena gratificata. Perciò
                  aggiunge:


                  10. Le colonne ha fatto d’argento, d’oro la spalliera, di porpora gli scalini e il seggio, e
                  ha ornato tutto l’interno di carità per le figlie di Gerusalemme.


                     Le colonne dell’Umanità santa di Gesù Cristo sono d’argento, poiché l’Anima sua
                  con le sue potenze, e il suo Corpo con i suoi sensi, e tutte le sue parti sono di una totale
                  purezza,  bene  raffigurata  grazie  all’argento  più  brillante  e  fine.  La  spalliera,  che
                  rappresenta la stessa Divinità nella quale Gesù Cristo sussiste mediante la persona del
                  Verbo, è chiaramente rappresentata dalla spalliera di questo seggio misterioso che era
                  tutto d’oro; perché sovente nella Scrittura con l’oro si intende Dio stesso. La scala di
                  tale trono divino è ornata di porpora, il che esprime perfettamente il fatto che, sebbene il
                  seno di Dio Padre, che è la dimora del Verbo, gli fu dato in virtù della sua generazione
                  eterna,  e  che  egli  non  poteva  averne  un  altro,  e  sebbene  si  fosse  fatto  uomo  per  il
                  decreto della Giustizia divina, a cui si era sottomesso di propria volontà, tuttavia non ha
                  potuto elevarsi nuovamente al Padre suo per entrare nella pienezza della sua gloria se
                  non  grazie  alla  porpora  del  proprio  sangue:  Poiché  è  stato  necessario  che  il  Cristo
                  sopportasse grandi sofferenze e morisse, per entrare così nella sua gloria (Lc 24, 26). Il
                  centro e tutto l’interno di tale luogo di trionfo è abbellito di ornamenti di grande valore,
                  espressi in modo adeguato con il nome di carità, nel senso di ciò che vi è di più grande e
                  più prezioso. E non è forse in Gesù Cristo che sono tutti i tesori (Col 2,3) e la pienezza
                  della Divinità (Gv 3,34)? È a lui che lo Spirito Santo è stato dato al di là di ogni misura.
                  Lo Spirito Santo riempie dunque il centro e tutto l’interno di questo trono maestoso,
                  perché  egli  è  l’amore  del  Padre  e  del  Figlio,  e  anche  l’amore  con  cui  Dio  ama  gli
                  uomini; e che come egli è l’unione delle persone divine, così è anche il nodo che lega le
   27   28   29   30   31   32   33   34   35   36   37