Page 20 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
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l’Anima veda ovunque solo la croce, si tratta tuttavia del suo Amato, che è lui stesso
                  questa croce; e lui non le fu mai più presente di quanto non lo è in tali tormenti, durante
                  i quali rimane nel centro del suo cuore.


                  13. Il mio amato è per me come un grappolo di cipro, nelle vigne di Engaddi.

                     Il mio amato, prosegue l’Amante, è per me come un grappolo di cipro. Ella non si
                  spiega che a metà. E come se dicesse: egli è soltanto vicino a me, infatti io non ho il
                  beneficio dell’unione intima, mediante la quale egli deve essere tutto in me e io tutta in
                  lui. Tuttavia è presso di me, ma come un grappolo di cipro (un alberello che produce un
                  balsamo molto odoroso), perché è lui a dare il profumo e tutto il valore a ciò che viene
                  compiuto dalle sue Amanti. Questo grappolo di cipro cresce nelle vigne di Engaddi, che
                  sono  bellissime,  e  la  cui  uva  è  eccellente.  L’Amante  compara  il  suo  Amato  al  buon
                  odore  e  alla  rara  virtù  del  balsamo,  al  piacere  e  alla  forza  del  vino,  per  esprimere
                  attraverso  queste  figure  che  chi,  grazie  al  gusto  interiore  di  Dio,  ha  imparato  a
                  compiacersi  in  lui  non  può  più  trovare  piacere  in  qualsiasi  altra  cosa;  e  che  non  si
                  cercano altre delizie, se si perdono quelle divine.


                  14. Come siete bella, mia amata, come siete bella! I vostri occhi somigliano a quelli
                  delle colombe.

                     L’Amato, nel vedere la docilità della sua Amante nel lasciarsi crocifiggere e istruire
                  da lui, è incantato dallo splendore delle beltà che ha posto in lei. Per questo la accarezza
                  e la loda, chiamandola bella, e sua Amata. Come siete bella, le dice, mia amata, come
                  siete bella! O dolce parola! Lui le parla di una duplice bellezza, una interiore e l’altra
                  esteriore, ma vuole che ella lo sappia, intendendo dire: ecco che la vostra bellezza è già
                  formata nel fondo, seppure non ancora resa perfetta. Sappiate anche che tra breve voi
                  sarete perfettamente bella al di fuori, allorquando io vi avrò consumata e liberata dalle
                  vostre debolezze.
                     Questa  lode  è  accompagnata  dalla  promessa  di  una  bellezza  più  compiuta,  la  cui
                  speranza  deve  dare  all’Anima  grande  coraggio  e  mantenerla  nell’umiltà,  grazie  alla
                  conoscenza di ciò che le manca. Ma perché le dice che entro poco tempo sarà bella di
                  questa duplice bellezza? Perché i suoi occhi e i suoi sguardi sono già come quelli delle
                  colombe: infatti è semplice al di dentro, non distogliendosi dalla visione del suo Dio, e
                  al  di  fuori,  in  tutte  le  sue  parole  e  i  suoi  atti,  che  sono  privi  di  finzione.  Questa
                  semplicità colombina è il segno più sicuro dell’avanzamento di un’anima, poiché non
                  usando  più  sotterfugi  né  artifici  essa  viene  guidata  dallo  Spirito  di  Dio.  La  Sposa
                  comprende sin dall’inizio la necessità della semplicità e la perfezione della rettitudine,
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                  quando dice Coloro che sono retti vi amano  ponendo la perfezione dell’amore nella
                  semplicità e nella dirittura di questo stesso amore.


                  15. Come siete bello, mio Amato, e come siete attraente! Il nostro letto è ornato di fiori.

                     L’Anima amante, vedendo che il suo Sposo l’ha lodata per una duplice bellezza e

                  5  Vedi v. 3b.
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