Page 15 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
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saremo in voi, o mio Dio, saremo colmi di gioia, e trasaliremo d’allegrezza ricordandoci
dei vostri seni che sono migliori del vino: il che significa che il ricordo della preferenza
che la Sposa ha accordato al suo Sposo rispetto a tutto il resto costituirà il colmo della
sua felicità e del suo piacere. Lei aveva già preferito la dolcezza del suo latte al vino dei
piaceri mondani; per questo dice: Ricordandoci che i vostri seni sono migliori del vino.
Qui ella preferisce il suo Dio alle sue consolazioni spirituali e alle dolcezze della grazia
che provava succhiando il latte dei suoi seni. Aggiunge: Coloro che sono retti vi amano,
per indicare come la vera rettitudine, che conduce l’anima a oltrepassare tutti i piaceri
terreni e tutte le dolcezze del Cielo per perdersi nel suo Dio, è ciò che fa il puro e
perfetto amore. In verità, o mio Dio, solo coloro che sono retti in questo modo vi amano
come vi si deve amare.
4. O figlie di Gerusalemme! Io sono bruna, ma bella, come le tende di Kedar, come i
padiglioni di Salomone.
Poiché le più magnifiche grazie di Dio conducono sempre alla conoscenza più
profonda di ciò che noi siamo, e non verrebbero da lui se non dessero, in proporzione
alloro grado, una qualche esperienza della miseria della creatura, quest’Anima è appena
uscita dalle stanze segrete del suo Sposo che si trova bruna. Cos’è la vostra nerezza, o
incomparabile Amante? Ditelo a noi, ve ne scongiuriamo. Sono bruna, lei dice, perché
scopro, grazie al mio Sole divino, molti difetti che sino ad ora avevo ignorati; sono
bruna perché non sono monda dalla mia proprietà. Tuttavia non manco di esser bella, e
bella come le tende di Kedar: perché questa conoscenza sperimentale di ciò che sono
piace moltissimo al mio Sposo e lo spinge a venire dentro di me come in un luogo di
riposo; sono bella perché, non avendo alcuna macchia volontaria, il mio Sposo mi fa
bella della sua bellezza. Più sono bruna ai miei propri occhi, più sono bella in lui. Sono
bella, inoltre, come i padiglioni di Salomone. I padiglioni del divino Salomone
rappresentano l’Umanità santa che cela dentro di sé il Verbo di Dio fatto carne. Sono
bella, lei dice, come i suoi padiglioni; perché egli mi ha reso partecipe della sua
bellezza, dato che, come l’Umanità santa cela la Divinità, allo stesso modo la mia
apparente nerezza nasconde la grandezza delle operazioni di Dio nella mia anima. Sono
bruna infine a causa delle croci e delle persecuzioni che mi giungono dall’esterno. Ma
sono bella come i padiglioni di Salomone, dato che queste croci e questa nerezza mi
rendono simile a lui. Sono bruna perché nel mio aspetto esteriore si scorgono delle
debolezze; ma sono bella, perché al di dentro sono priva di malvagità.
5. Non guardate che sono bruna, poiché è il sole che mi ha scolorato. I figli di mia
madre mi sono stati avversi: mi hanno messa a guardia delle vigne. Io non ho custodito
la mia vigna.
Perché la Sposa domanda che non si guardi alla sua nerezza? È che l’anima,
incominciando a entrare nello stadio della fede e della rinuncia alle grazie sensibili, a
poco a poco perde quel dolce vigore che le faceva compiere il bene con facilità, e che la
rendeva tanto bella esteriormente. E non potendo più adempire alle sue prime
occupazioni, perché Dio vuole altro da lei, pare essere ricaduta nella sua condizione
naturale. Così sembra a coloro che non sono illuminati. Per questo dice: Vi scongiuro,