Page 13 - Commento Mistico al Cantico dei Cantici
P. 13
della stessa natura. Oppure, è come un’acqua versata in un’altra acqua, che può venirvi
mescolata a tal punto da rendere impossibile osservarvi alcuna differenza. Così l’anima,
essendo di natura assolutamente spirituale, è perfettamente adatta a essere unita,
mescolata e trasformata nel suo Dio.
Si può essere uniti senza essere mescolati. È l’unione delle potenze: ma la
mescolanza è l’unione essenziale, e tale unione è totale, compiendosi completamente
nel tutto. Non vi è che Dio a cui l’anima può essere unita in questo modo; perché essa è
stata creata di una natura tale da poter essere mescolata con il suo Dio, ed è questa
mescolanza che San Paolo chiama trasformazione (2 Cor 3,18), e Gesù Cristo unità,
uguaglianza e compimento (Gv 17,11 e 21). Ora, essa avviene quando l’anima perde la
propria consistenza per non sussistere che in Dio: il che si deve intendere misticamente,
con la perdita di ogni proprietà e con una retrocessione amorosa e perfetta dell’anima in
Dio, e non nel senso della spoliazione reale della sussistenza intima, necessaria per
l’unione ipostatica. È piuttosto come una goccia d’acqua che perde la sua consistenza
sensibile, una volta posta in una botte di vino dove viene sensibilmente trasformata in
vino, sebbene la sua essenza e la sua consistenza ne rimangano sempre distinte, e
nonostante un Angelo potrebbe, se Dio lo volesse, operarne la divisione: allo stesso
modo l’anima può essere sempre separata dal suo Dio, seppure la cosa sia molto
difficile.
È dunque tale elevata e intima unione che la Sposa domanda al suo Sposo con tanta
insistenza. Ella gliela domanda come se parlasse a un’altra persona; è uno slancio
impetuoso del suo amore che, senza guardare a chi si rivolge, dona forza alla sua
passione. Che egli mi baci, lei dice, perché può farlo, ma del bacio della sua bocca;
ogni altra unione non può accontentarmi, quella sola può soddisfare tutti miei desideri,
ed è quella ch’io chiedo.
1b. Perché i vostri seni sono migliori del vino, e più odorosi di ottimi unguenti.
O Dio, i seni con cui voi nutrite le anime principianti sono così dolci e piacevoli da
rendere i vostri figli, anche quelli che ancora hanno bisogno del seno, più forti degli
uomini più robusti, che bevono il vino. Essi sono così odorosi da attirare, con il loro
delizioso profumo, le anime che hanno la fortuna di sentirlo; e sono come un balsamo
prezioso che lenisce ogni piaga interiore. Se è così già in questi primi approcci, quali
delizie vi saranno al momento del bacio nuziale, del bacio della bocca?
Poiché è naturale che la vista e il desiderio del fine preceda la scelta dei mezzi, al
principio di questo Cantico viene proposto quello che ne deve essere il fine, e in qualche
modo la ricompensa e il perfetto compimento della Sposa. I mezzi per arrivarci sono in
seguito descritti con ordine, cominciando dall’infanzia spirituale. È la visione di questa
medesima conclusione che ha condotto la Sposa a domandare anzitutto il bacio della
bocca, nonostante questa sia l’ultima cosa che deve esserle accordata, e nonostante lei
non la otterrà se non dopo averla pagata al prezzo di molte prove e fatiche.
2b. Il vostro nome è come un’essenza sparsa, per questo le fanciulle vi hanno amato.
La grazia sensibile, qui espressa dal nome dello Sposo, penetra tanto profondamente
tutta l’anima con la dolcezza con cui Dio influenza i cuori che intende muovere al suo