Page 42 - Apologia prima
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8. Pertanto, poiché abbiamo fatto quanto era nelle nostre facoltà per
convincervi, attraverso l’argomentazione e l’evidenza di questo segno,
ormai sappiamo di non avere colpa anche se non ci credete: il nostro
dovere è assolto e terminato.
Ancora sugli impostori contrapposti a Cristo
LVI. - 1. Ma i malvagi demoni non si contentarono, prima della comparsa
di Cristo, di dire che sono esistiti i cosiddetti figli di Zeus; anzi, quando,
dopo la Sua comparsa e venuta tra gli uomini, appresero come Egli fosse
stato preannunziato dai Profeti e si resero conto che fra ogni gente era
creduto ed atteso, ancora una volta, come prima avevano mostrato,
tiravano fuori altri personaggi: Simone e Menandro di Samaria che,
esercitando arti magiche, ingannarono, e tengono tuttora nell’inganno
molti.
2. Simone, vissuto - come dicemmo prima - tra di voi nella Roma
imperiale, sotto l’imperatore Claudio, colpì a tal punto il sacro Senato ed il
popolo romano che fu considerato un dio e fu onorato di una statua, come
gli altri onorati quali dèi da voi.
3. Perciò noi preghiamo il sacro Senato ed il vostro popolo di farsi con voi
esaminatori di questa nostra richiesta, affinché, se qualcuno fosse succube
delle sue dottrine, possa apprendere la verità e fuggire l’errore. E la statua,
se volete, abbattetela.
Noi non temiamo le morte
LVII. - 1. I cattivi demoni non riescono a persuadere che non esiste il fuoco
come punizione per gli empi, così come non poterono tenere nascosta la
venuta di Cristo. Solo questo possono fare: che chi vive contro ragione, è
cresciuto perversamente nei cattivi costumi ed è schiavo delle false
opinioni, ci uccida e ci odi. Noi comunque non solo non li odiamo, ma -
come è dimostrato - ne abbiamo pietà e desideriamo persuaderli a
cambiare.
2. Infatti non temiamo la morte, poiché sappiamo che, comunque, si
muore e che non c’è niente di nuovo, ma in questo ordine di cose ritornano
sempre le medesime realtà. Se di esse sente nausea chi ne fruisce anche
solo per un anno, per essere per sempre liberi da passioni e da bisogni,
occorre approdare alle nostre dottrine.
3. Se poi si mostrano increduli asserendo che non c’è nulla dopo la morte e
dichiarano che i morti raggiungono l’insensibilità, a noi fanno del bene,
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