Page 9 - 83 Questioni diverse
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il tempio di Dio, non perché vi è contenuto, ma perché egli è presente. Ora non si
                  può concepire un tempio migliore dell’anima pura.

                                            21. - DIO NON È AUTORE DEL MALE

                  Chiunque  è  l’autore  di  tutto  ciò  che  esiste,  soltanto  dalla  sua  bontà  dipende
                  l’esistenza di tutto ciò che è; a lui non può assolutamente appartenere il non essere.
                  Tutto ciò che viene meno si allontana dall’essere e tende al non essere. Ora l’essere
                  e il non venir meno in alcuna parte è bene, invece il venir meno è male. Ma colui al
                  quale non appartiene il non essere, non è la causa del venir meno, cioè del tendere
                  al non essere, perché è, se si può dire così, la causa dell’essere. Dunque è soltanto
                  causa del bene e per questo motivo egli è il sommo Bene. Di conseguenza non è
                  autore del male colui che è autore di tutte le cose esistenti le quali, in quanto sono,
                  sono buone.

                                        22. - DIO NON È SOGGETTO ALLA NECESSITÀ

                  Dove non c’è indigenza, non c’è necessità; dove non c’è difetto, non c’è indigenza.
                  Ora a Dio non manca nulla, quindi non c’è alcuna necessità.

                                                23. - IL PADRE E IL FIGLIO

                  Il casto è casto per la castità; l’eterno è eterno per l’eternità; il bello è bello per la
                  bellezza; il buono è buono per la bontà. Quindi anche il sapiente è sapiente per la
                  sapienza e il simile per la somiglianza. In due modi però si può dire casto per la
                  castità: o perché la produce, sicché è casto per quella castità che genera e della
                  quale  è  principio  e  causa  di  esistenza,  oppure,  in  altro  senso,  è  casto  perché
                  partecipa della castità, sicché a volte può anche non essere casto. Lo stesso dicasi
                  degli  altri  casi.  È  infatti  oggetto  di  conoscenza  e  di  fede  che  anche  l’anima
                  consegua l’eternità, ma essa diventa eterna perché partecipa dell’eternità. Dio
                  invece non è eterno in questo modo: egli è autore dell’eternità stessa. Ciò vale
                  anche per la bellezza e la bontà. Pertanto, allorché si dice che Dio è sapiente, e lo si
                  dice per quella sapienza di cui sarebbe un delitto credere che talvolta sia stato
                  privo  o  potrebbe  essere  privo,  non  è  detto  sapiente  perché  partecipa  della
                  sapienza, come l’anima che può essere o non essere sapiente, ma perché egli stesso
                  ha generato quella sapienza, per la quale è detto sapiente. Allo stesso modo le cose
                  che sono o caste, o eterne, o belle, o buone, o sapienti per partecipazione hanno la
                  possibilità, come si è detto, di non essere né caste, né eterne, né belle, né buone, né
                  sapienti. Ma la castità stessa, l’eternità, la bellezza, la bontà, la sapienza non sono
                  affatto soggette o alla corruzione o, per così dire, alla temporalità, o alla deformità,
                  o alla malizia. Anche le cose che sono simili per partecipazione sono dunque
                  soggette alla dissomiglianza. La somiglianza stessa però non può assolutamente
                  essere  dissimile  in  alcuna  parte.  Di  conseguenza  quando  il  Figlio  è  detto
                  somiglianza del Padre (poiché per partecipazione a lui sono simili tutte le cose che
                  si  assomigliano  tra  loro  o  a  Dio:  tale  è  infatti  la  prima  specie  da  cui  le  cose
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