Page 78 - 83 Questioni diverse
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1. Ogni anima esercita in parte un potere personale privato, in parte è soggetta e
                  regolata da leggi universali e pubbliche. Poiché dunque ogni realtà visibile di
                  questo mondo ha una potenza angelica a sé preposta, come testimonia la divina
                  Scrittura in vari testi, sulla realtà a cui è preposta, essa a volte agisce secondo il
                  diritto privato e a volte è tenuta ad agire secondo il diritto pubblico. Poiché il tutto
                  è più importante della parte, ciò che lì fa privatamente, lo compie nella misura che
                  glielo permette la legge universale. Ma ogni anima è tanto più pura per la pietà,
                  quanto meno si compiace del tornaconto personale e, rivolta alla legge universale,
                  la osserva devotamente e volentieri. Ora la legge universale è la Sapienza divina.
                  Ma quanto più gode del proprio bene e, trascurando Dio che governa tutte le
                  anime a loro utilità e salvezza, vuole mettersi al posto di Dio per se stessa e per
                  quanti altri potrà, preferendo il potere personale su di sé e sugli altri invece di
                  quello di Dio su tutti, tanto più è spregevole e tanto più è costretta a subire a sua
                  condanna le leggi divine in quanto pubbliche. Quanto più dunque l’anima umana,
                  abbandonando Dio, si diletta degli onori e del suo potere, tanto più è dominata da
                  tali potestà che godono della loro autonomia e ambiscono di essere onorate dagli
                  uomini come divinità. A queste potestà la legge divina concede spesso di prestare
                  a coloro, che esse hanno meritamente sottomesso a sé, anche qualche prodigio, a
                  titolo  privato,  da  mostrare  in  quelle  cose  che  esse  dominano  con  un’infima,
                  sebbene perfettamente ordinata, gradazione di potere. Ma, dove la legge divina
                  comanda come legge pubblica, elimina senza dubbio la licenza privata, sebbene
                  anch’essa  non  abbia  alcun  valore  senza  l’autorizzazione  della  potestà  divina
                  universale. Avviene perciò che i santi servi di Dio, quando è per loro un bene
                  avere questo dono, comandino alle potestà inferiori di compiere alcuni prodigi
                  visibili, in forza della legge pubblica e in qualche modo sovrana, ossia per il potere
                  del sommo Dio. Dio stesso infatti comanda in coloro che sono suo tempio e lo
                  amano con grande ardore, disprezzando il proprio potere personale. Invece negli
                  incantesimi dei maghi, compiuti allo scopo di ingannare con i loro adescamenti al
                  fine  di  dominare  coloro  a  cui  concedono  tali  poteri,  le  potestà  inferiori
                  accondiscendono alle loro preghiere e ai loro riti. In forza del diritto privato esse
                  offrono largamente quanto è loro permesso concedere a coloro che li onorano, li
                  servono e osservano certe condizioni stabilite nei loro misteri. Anche quando
                  sembra che siano i maghi a comandare, essi spaventano le potenze inferiori con i
                  nomi di quelle superiori e mostrano, a coloro che li ammirano, alcuni prodigi
                  sensibili  che,  per  l’infermità  della  carne,  appaiono  sensazionali  agli  uomini
                  incapaci di contemplare le realtà eterne, che il vero Dio invece offre direttamente ai
                  suoi che lo amano. Tutto questo è permesso da Dio che governa con giustizia tutte
                  le cose, distribuendo loro libertà e schiavitù a seconda delle brame e delle scelte. E
                  se talvolta, invocando il sommo Dio, essi ottengono qualcosa che appaga i loro
                  cattivi desideri, non si tratta di una grazia ma di un castigo. Infatti non per nulla

                  dice  l’Apostolo:  Dio  li  ha  abbandonati  ai  desideri  del  loro  cuore   379 .  La  facilità  a
                  commettere certi peccati è infatti la pena di altri peccati precedenti.

                  2. Quanto poi alle parole del Signore: Satana non può scacciare Satana  , perché
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