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sentenza lungamente e temerariamente sostenuta, ancorché falsa.
81. - QUARESIMA E QUINQUAGESIMA
1. Tutto l’insegnamento della sapienza, teso all’istruzione degli uomini, consiste
nel riconoscere il Creatore e la creatura, venerando la sovranità del primo e
confessando la dipendenza della seconda. Ma il creatore è Dio, dal quale, per il
quale e nel quale sono tutte le cose ; è dunque la Trinità: Padre, Figlio e Spirito
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Santo. La creatura, invece, parte è invisibile, come l’anima; parte visibile, come il
corpo. All’invisibile si riferisce il numero tre. Per questo ci viene comandato di
amare Dio in tre modi: con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente . Al
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corpo [si riferisce] il numero quattro a ragione della sua composizione ben
evidente, cioè caldo e freddo, umido e secco. Alla creatura, nel suo complesso, si
assegna pertanto il numero sette. In definitiva tutta la scienza, che riconosce e
distingue Creatore e creatura, è indicata dal numero dieci. Questa scienza, in
quanto viene indicata dai movimenti dei corpi nel tempo, si fonda sulla credenza e,
con l’autorità degli eventi che vanno e vengono, nutre a mo’ di latte i piccoli per
renderli idonei alla contemplazione, che non va e viene, ma resta per sempre. In
tale condizione chiunque persevera con fede nelle cose che gli sono state narrate e
realizzate nel tempo da Dio per la salvezza degli uomini o che vengono predicate
come ancora da avverarsi in futuro, e spera nelle promesse e si preoccupa di
compiere con infaticabile carità ciò che l’autorità divina comanda, condurrà
rettamente la vita presente soggetta alla necessità e al tempo, simboleggiata col
numero quaranta. Infatti il numero dieci, che sintetizza tutta la scienza,
moltiplicato per quattro, cioè per il numero attribuito al corpo - dato che il
processo si svolge con i moti dei corpi ed è, come si è detto, il campo della fede - fa
quaranta. E così si ottiene la sapienza stabile e indipendente dal tempo, che è
rappresentata dal numero dieci, in modo da aggiungere dieci a quaranta: poiché
anche le parti uguali del numero quaranta, prese insieme, fanno cinquanta. Il
numero quaranta ha infatti parti uguali: innanzitutto quaranta volte uno, poi venti
volte due, dieci volte quattro, otto volte cinque, cinque volte otto, quattro volte
dieci, due volte venti. Ora dunque la somma di uno, due, quattro, cinque, otto,
dieci e venti fa cinquanta. Pertanto come il numero quaranta, addizionando le sue
parti uguali, dà una decina in più e diventa cinquanta, così il tempo della fede nelle
cose avvenute e da adempiere per la nostra salvezza, vissuto rettamente, ottiene
l’intelligenza della sapienza invariabile, sicché la scienza si consolida non solo con
la fede ma anche con l’intelligenza.
2. Per questo motivo la Chiesa del tempo presente, sebbene siamo già figli di Dio,
per quanto non appaia ancora ciò che saremo, opera in mezzo alle fatiche e alle
sofferenze e in essa il giusto vive di fede : Se non crederete - è detto - non capirete .
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È questo il tempo in cui gemiamo e sopportiamo in attesa della redenzione del
nostro corpo : è il tempo celebrato dalla Quaresima. Sappiamo però che quando egli
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si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è : quando
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al quaranta si aggiunge il dieci, non solo meriteremo di credere ciò che appartiene