Page 85 - 83 Questioni diverse
P. 85
hanno scambiato la dolcezza della giustizia e della sua gioia interiore con tutte le
fatiche e le molestie materiali, che l’umanità sopporta per la sua condizione
mortale, e anche con tutto ciò che con grave offesa viene mosso a causa della stessa
giustizia contro coloro che vivono rettamente, tanto da superare, anche senza la
speranza della vita eterna, i tormenti per amore della verità, più gioiosamente e
lietamente dei lussuriosi che gozzovigliano nell’ebbrezza dei piaceri.
2. A coloro tuttavia, che ritengono Dio ingiusto, perché vedono i giusti nei dolori e
nelle sofferenze, o se forse non osano chiamare Dio ingiusto, affermano che o non
si cura delle vicende umane oppure che ha stabilito una volta per sempre la fatalità
del destino, contro il quale anch’egli non fa niente, perché non si creda che per
incostanza venga turbato l’ordine delle cose da lui stabilito, o pensino a
qualcos’altro che impedisce a Dio di risparmiare ai giusti questi mali, bisogna dire
che non ci sarebbe stata per gli uomini alcuna giustizia, se Dio non si preoccupasse
delle vicende umane. Infatti tutta questa giustizia degli uomini, che l’anima umana
può conservare facendo il bene e perdere con il peccato, non sarebbe impressa
nell’anima se non ci fosse una giustizia immutabile, scoperta interamente dai
giusti, quando a lei si convertono, e perduta totalmente dai peccatori, quando si
allontanano dalla sua luce. Questa giustizia immutabile è di sicuro quella di Dio:
egli non la comunicherebbe per illuminare quanti si convertono a lui, se non si
curasse delle vicende umane. Se poi permettesse che i giusti soffrano gravi
tormenti per non volere andare contro l’ordine da lui stabilito, neppure lui sarebbe
giusto, non perché vuole mantenere il suo ordine ma perché ha stabilito l’ordine
delle cose in modo da castigare i giusti con pene immeritate. Chi poi ritiene che
Dio non può, almeno in parte, allontanare i mali che affliggono i giusti, è tanto
stolto da non comprendere che, come è blasfemo affermare che Dio è ingiusto, è
altrettanto blasfemo negare che è onnipotente.
3. Stabiliti rapidamente questi punti della questione in esame, è grandissima
empietà dubitare che Dio stesso sia insieme giusto e onnipotente. Il motivo più
probabile è che le prove, a cui sono sottoposti i giusti in questa vita, tornino a loro
vantaggio. Altra è infatti la giustizia attuale degli uomini per meritare la vita
eterna, altra doveva essere quella dell’uomo costituito nel paradiso per conservare
e non perdere la stessa salvezza eterna. Come infatti la giustizia divina consiste nel
comandare ciò che è utile e nel distribuire pene ai disobbedienti e premi agli
obbedienti, così la giustizia dell’uomo consiste nell’obbedire ai precetti salutari. Ma
siccome la felicità è nell’animo come la salute nel corpo e come per lo stesso corpo
altra è la medicina prescritta per mantenere la salute e altra quella per recuperare
la salute perduta, così per la condizione generale dell’uomo altri sono stati i
precetti dati allora per non perdere l’immortalità, altri sono quelli che ora sono dati
per recuperarla. E come per la salute fisica, se qualcuno, rifiutando le prescrizioni
del medico, con le quali si mantiene la buona salute, cade malato, riceve altre
prescrizioni per poter guarire. Queste però spesso non bastano se la malattia è tale
da richiedere da parte del medico certi interventi il più delle volte aspri e dolorosi,
che sono tuttavia necessari per recuperare la salute, sicché accade che l’uomo,