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2. Ora se il pio intelletto ammette questo anche del Signore Gesù Cristo - non in
quanto Verbo, che in principio era presso Dio , ma in quanto bambino, che
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cresceva in età e sapienza , salva l’umanità che ha assunto in proprio e non ha in
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comune con gli altri uomini -, è chiaro che egli entra in possesso dell’eredità
mediante la sua morte. Non potremmo infatti essere coeredi, se egli stesso non
fosse erede. Se invece la fede non ammette questo, che cioè l’uomo assunto dal
Signore prima abbia avuto una visione parziale e poi totale, sebbene sia stato detto
che progrediva in sapienza, bisogna intendere l’erede nel suo corpo, che è la
Chiesa, di cui siamo coeredi, come diciamo di essere figli di quella madre, sebbene
sia composta da noi stessi.
3. Ma si può ancora domandare: con la morte di chi siamo diventati anche noi
eredità di Dio, secondo il detto: Ti darò in eredità le genti ? Forse con la morte di
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questo mondo che prima ci teneva sotto il suo dominio? Ma dopo, quando noi
diciamo: Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo , Cristo ci possiede,
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una volta morto quello che ci dominava. Quando rinunziamo al mondo, noi
moriamo al mondo e il mondo a noi.
76. - SULLE PAROLE DELL’APOSTOLO GIACOMO:
MA VUOI SAPERE, O INSENSATO, COME
LA FEDE SENZA LE OPERE È SENZA VALORE?
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1. Poiché l’apostolo Paolo, affermando che l’uomo è giustificato dalla fede senza le
opere, non è stato bene compreso da quanti hanno interpretato la frase in modo da
ritenere che, dopo avere una volta creduto in Cristo, anche se agissero male e
conducessero una vita criminosa e perversa, possono ugualmente salvarsi grazie
alla fede, il passo di questa lettera espone come si deve intendere il pensiero
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stesso dell’apostolo Paolo. Si serve perciò di preferenza dell’esempio di Abramo
per dimostrare che la fede, se non opera il bene, è vana. Anche l’apostolo Paolo si è
servito dell’esempio di Abramo per confermare che l’uomo è giustificato dalla fede
senza le opere della legge . Quando ricorda le buone opere di Abramo, che hanno
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accompagnato la sua fede, mostra a sufficienza che l’apostolo Paolo non ha affatto
insegnato, con l’esempio di Abramo, che l’uomo è giustificato dalla fede senza le
opere, sicché chi crede non si preoccupi di operare il bene. Ma ha piuttosto
insegnato che nessuno deve ritenere di essere giunto per i meriti delle opere
precedenti al dono della giustificazione che dipende dalla fede. In questo senso i
Giudei si ritenevano superiori ai pagani che credevano in Cristo, in quanto
dicevano di essere giunti alla grazia del Vangelo per i meriti delle buone opere
prescritte dalla legge. Inoltre molti di coloro che avevano creduto erano
scandalizzati perché la grazia di Cristo veniva conferita a pagani incirconcisi. Per
questo motivo l’apostolo Paolo afferma che l’uomo può essere giustificato dalla
fede senza le opere precedenti. Infatti chi è giustificato dalla fede, come potrebbe in
seguito operare diversamente se non secondo giustizia, anche se prima non ha
compiuto niente di giusto, essendo pervenuto alla giustificazione della fede non in