Page 72 - 83 Questioni diverse
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ha voluto indicare l’evo, che differisce dal tempo, perché quello è stabile, mentre il
                  tempo è mutevole?

                               73. - SUL TESTO SCRITTURISTICO: APPARSO IN FORMA UMANA
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                  1. Noi parliamo di abito in molti sensi : o dell’abito dell’animo, come può essere
                  l’apprendimento  di  qualche  scienza,  approfondito  e  consolidato  dall’uso,  o
                  dell’abito del corpo: in questo senso diciamo che uno è più vigoroso e più forte di
                  un altro, ma di solito è più appropriato parlare di costituzione; o dell’abito che si
                  adatta esternamente alle nostre membra, per cui diciamo che uno è vestito, calzato,
                  armato e altre cose del genere. È chiaro che in tutti questi casi - poiché il termine
                  deriva dal verbo avere [habere] - si parla di abito in rapporto a qualcosa che si
                  aggiunge a qualcuno, sicché potrebbe anche non averlo. Infatti anche la scienza
                  appartiene all’animo e il vigore e la forza al corpo; non c’è dubbio che il vestito e
                  l’armatura si aggiungono alle nostre membra: di modo che l’animo potrebbe anche
                  essere ignaro se non vi si aggiungesse la scienza, e il corpo debole e languido senza
                  l’umore  viscerale  e  il  vigore;  e  l’uomo  potrebbe  essere  nudo  senza  il  vestito,
                  disarmato senza le armi e scalzo senza le scarpe. La parola abito perciò si dice di
                  una cosa che, per averla in noi, si aggiunge. C’è tuttavia una differenza: alcuni
                  accidenti diventano abiti senza venire da noi modificati, ma ci cambiano in loro,
                  poiché  rimangono  integri  e  immutati:  così  la  sapienza,  quando  si  aggiunge
                  all’uomo, non cambia se stessa ma l’uomo, che da stolto rende sapiente. Altri
                  accidenti invece cambiano e sono cambiati: così il cibo, perdendo la sua natura, si
                  trasforma nel nostro corpo e noi, ristorati dal cibo, passiamo dall’anemia e dalla
                  debolezza alla forza e alla salute. C’è una terza classe di accidenti che si modificano
                  per diventare abito e in un certo modo prendono forma, come il vestito, da coloro
                  a cui fanno da abito: quando infatti è deposto o gettato via perde la forma che
                  assume mentre si indossa e riveste le membra. Indossato prende dunque una
                  forma che non mantiene quando è tolto, mentre le membra, spogliate o vestite,
                  rimangono sempre le stesse. Ci può essere anche una quarta classe, quella degli
                  accidenti che diventano abito senza modificare le cose a cui si adattano e senza
                  essere cambiate da esse, come, per non sottilizzare troppo, l’anello al dito. Però
                  questa categoria, se fai bene attenzione, o non esiste affatto o è rarissima.

                  2. Quando dunque l’Apostolo parlava del Figlio unigenito di Dio in rapporto alla
                  sua divinità, per cui è vero Dio, ha detto che è uguale al Padre: il che non è stato per
                  lui una rapina, come se volesse appropriarsi di una cosa d’altri perché, rimanendo
                  sempre in quell’uguaglianza, poteva rifiutare di rivestire l’umanità e di apparire
                  uomo  agli  uomini.  Ma  spogliò  se  stesso, non cambiando la propria natura, ma
                  assumendo  la  condizione  di  servo,  senza  cambiarsi  o  trasformarsi  in  un  uomo,
                  perdendo la natura immutabile, ma assumendo una vera umanità. Egli stesso, che
                  l’ha assunta, divenendo simile agli uomini, non a se stesso ma a coloro ai quali è
                  apparso nell’umanità, è apparso in forma umana  , cioè, prendendo l’umanità è stato
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                  riconosciuto uomo. Non poteva infatti essere riconosciuto da coloro che avevano il
                  cuore impuro e non potevano vedere il Verbo presso il Padre, se non accogliendo
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