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condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se
stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce . Più sopra aveva detto:
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Nessuno cerchi il proprio interesse ma quello degli altri . A questa raccomandazione
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ha collegato ciò che è stato detto; infatti così prosegue: Abbiate in voi gli stessi
sentimenti che furono in Cristo Gesù, proprio per questo scopo: come il Verbo si è fatto
carne, è venuto ad abitare in mezzo a noi e, pur essendo senza peccato, ha preso su
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di sé i nostri peccati e si è curato dei nostri interessi non dei suoi, così anche noi,
secondo il suo esempio, portiamo vicendevolmente di buon animo i nostri pesi.
4. A questa considerazione se ne aggiunge ancora un’altra: egli ha assunto la
natura umana, noi invece siamo uomini. Dobbiamo perciò tener presente che
l’infermità sia dell’anima che del corpo, riscontrata in un altro uomo, avremmo
potuta averla anche noi o possiamo averla. Mostriamo dunque a colui, di cui
vogliamo alleviare l’infermità, la stessa delicatezza che desidereremmo da lui se
per caso ci trovassimo in quella infermità, da cui egli fosse esente. A questo si
riferisce lo stesso Apostolo che, pensando di potersi trovare anch’egli nella
medesima difficoltà da cui desiderava liberare l’altro, dice: Mi sono fatto tutto a tutti,
per guadagnare tutti . Egli si comportava così per compassione, non per ipocrisia,
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come sospettano alcuni, e soprattutto coloro che, per difendere le loro innegabili
menzogne, ricercano il patrocinio di qualche esempio insigne.
5. C’è poi un’altra considerazione: non esiste uomo che non possa avere qualche
bene, magari nascosto, che tu non possieda ancora e in cui potrebbe esserti
certamente superiore. Questa riflessione serve a reprimere e ad eliminare
l’orgoglio.Perché senza dubbio le tue buone qualità eccellono e sono manifeste,
non penserai perciò che un altro non possa avere anch’egli buone qualità, per il
motivo che sono nascoste e probabilmente di maggior pregio, per le quali è
superiore a te che non lo sai. L’Apostolo comanda di non ingannarci o meglio di
non illuderci, quando dice: Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma
ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso . La nostra
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considerazione deve essere vera e non finta; dobbiamo credere realmente che negli
altri ci possa essere qualcosa di nascosto per cui ci supera, anche se la nostra
qualità, per la quale sembriamo migliori di lui, non è celata. Queste considerazioni
che smussano l’orgoglio e stimolano la carità, ci permettono di portare
vicendevolmente i pesi dei fratelli, non solo di buon animo ma addirittura con
grandissimo piacere. Bisogna assolutamente astenersi dal giudicare uno
sconosciuto, e non si conosce nessuno se non per mezzo dell’amicizia. Ecco il
motivo per cui sopportiamo con maggior facilità le debolezze degli amici, perché le
loro buone qualità ci allietano e ci attirano.
6. Non si deve quindi rifiutare l’amicizia di alcuno che entra in relazione per
stringere amicizia; questo non vuol dire che bisogna accoglierlo precipitosamente,
ma desiderare d’accoglierlo, trattandolo in modo da poterlo accogliere. Possiamo
dire di avere accolto in amicizia colui al quale osiamo confidare tutte le nostre
intenzioni. E se c’è qualcuno che non osa presentarsi per stringere amicizia, tenuto