Page 70 - 83 Questioni diverse
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condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se
                  stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce  . Più sopra aveva detto:
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                  Nessuno cerchi il proprio interesse ma quello degli altri  . A questa raccomandazione
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                  ha collegato ciò che è stato detto; infatti così prosegue: Abbiate in voi gli stessi
                  sentimenti che furono in Cristo Gesù, proprio per questo scopo: come il Verbo si è fatto
                  carne, è venuto ad abitare in mezzo a noi   e, pur essendo senza peccato, ha preso su
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                  di sé i nostri peccati e si è curato dei nostri interessi non dei suoi, così anche noi,
                  secondo il suo esempio, portiamo vicendevolmente di buon animo i nostri pesi.

                  4. A questa considerazione se ne aggiunge ancora un’altra: egli ha assunto la
                  natura umana, noi invece siamo uomini. Dobbiamo perciò tener presente che
                  l’infermità sia dell’anima che del corpo, riscontrata in un altro uomo, avremmo
                  potuta averla anche noi o possiamo averla. Mostriamo dunque a colui, di cui
                  vogliamo alleviare l’infermità, la stessa delicatezza che desidereremmo da lui se
                  per caso ci trovassimo in quella infermità, da cui egli fosse esente. A questo si
                  riferisce  lo  stesso  Apostolo  che,  pensando  di  potersi  trovare  anch’egli  nella
                  medesima difficoltà da cui desiderava liberare l’altro, dice: Mi sono fatto tutto a tutti,
                  per guadagnare tutti  . Egli si comportava così per compassione, non per ipocrisia,
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                  come sospettano alcuni, e soprattutto coloro che, per difendere le loro innegabili
                  menzogne, ricercano il patrocinio di qualche esempio insigne.

                  5. C’è poi un’altra considerazione: non esiste uomo che non possa avere qualche
                  bene,  magari  nascosto,  che  tu  non  possieda  ancora  e  in  cui  potrebbe  esserti
                  certamente  superiore.  Questa  riflessione  serve  a  reprimere  e  ad  eliminare
                  l’orgoglio.Perché senza dubbio le tue buone qualità eccellono e sono manifeste,
                  non penserai perciò che un altro non possa avere anch’egli buone qualità, per il
                  motivo  che  sono  nascoste  e  probabilmente  di  maggior  pregio,  per  le  quali  è
                  superiore a te che non lo sai. L’Apostolo comanda di non ingannarci o meglio di
                  non illuderci, quando dice: Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma
                  ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso  . La nostra
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                  considerazione deve essere vera e non finta; dobbiamo credere realmente che negli
                  altri ci possa essere qualcosa di nascosto per cui ci supera, anche se la nostra
                  qualità, per la quale sembriamo migliori di lui, non è celata. Queste considerazioni
                  che  smussano  l’orgoglio  e  stimolano  la  carità,  ci  permettono  di  portare
                  vicendevolmente i pesi dei fratelli, non solo di buon animo ma addirittura con
                  grandissimo  piacere.  Bisogna  assolutamente  astenersi  dal  giudicare  uno
                  sconosciuto, e non si conosce nessuno se non per mezzo dell’amicizia. Ecco il
                  motivo per cui sopportiamo con maggior facilità le debolezze degli amici, perché le
                  loro buone qualità ci allietano e ci attirano.

                  6. Non si deve quindi rifiutare l’amicizia di alcuno che entra in relazione per
                  stringere amicizia; questo non vuol dire che bisogna accoglierlo precipitosamente,
                  ma desiderare d’accoglierlo, trattandolo in modo da poterlo accogliere. Possiamo
                  dire di avere accolto in amicizia colui al quale osiamo confidare tutte le nostre
                  intenzioni. E se c’è qualcuno che non osa presentarsi per stringere amicizia, tenuto
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