Page 65 - 83 Questioni diverse
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nemici ammettano che egli regna. Questo infatti vuol dire che i suoi nemici
saranno sotto i suoi piedi. Se invece lo riferiamo ai giusti, la parola nemici è detta
nel senso che da ingiusti diventano giusti e si sottomettono a lui con la fede.
Quanto poi agli ingiusti, che non apparterranno alla beatitudine futura dei giusti,
bisogna intenderlo nel senso che anch’essi, nella stessa manifestazione del suo
regno, pieni di confusione riconosceranno che egli regna. Di conseguenza il testo:
Bisogna che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi, non
significa che in seguito, dopo aver posto i nemici sotto i suoi piedi, non regnerà
più, ma con la frase: Bisogna che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto
i suoi piedi, afferma che è necessario innalzare il suo regno a così grande splendore
che i suoi nemici non oseranno in alcun modo negare che egli regna. Infatti sta
scritto anche: I nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi .
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Questo non significa però che, dopo aver avuto pietà di noi, dobbiamo distogliere
il nostro sguardo da lui, perché la nostra felicità è in rapporto alla gioia della sua
contemplazione. Questo è dunque il senso del testo. L’attenzione dei nostri occhi è
rivolta al Signore per ottenere la sua misericordia, non per distogliersi in seguito
ma per non chiedere più nient’altro. Finché sta quindi al posto di nient’altro. Che
c’è infatti di più, ossia con quale maggiore manifestazione si manifesterà il regno
di Cristo se non al punto che tutti i nemici riconosceranno che egli regna? Dunque
altro è non manifestarsi più, altro non essere più. Non manifestarsi più significa
non rivelarsi più apertamente; non essere più vuol dire non durare ulteriormente.
E quando mai il regno di Cristo apparirà più chiaramente di quando risplenderà
davanti a tutti i nemici?
6. L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte . Quando questo corpo mortale
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sarà rivestito d’immortalità non ci sarà più nient’altro da distruggere. Tutto ha posto
sotto i suoi piedi: questo sta ad indicare anche la distruzione della morte. Però quando
dice che ogni cosa è stata sottoposta - l’ha detto effettivamente il Profeta nei Salmi -, è
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chiaro che si deve eccettuare colui che gli ha sottomesso ogni cosa: vuol far capire che il
Padre ha sottoposto ogni cosa al Figlio, come lo stesso Signore insegna e predica in
molti passi del Vangelo, non solo a motivo della forma di servo, ma anche a
motivo del principio da cui procede e per il quale è uguale a colui dal quale
procede. Si compiace infatti di riferire tutto ad un unico principio, di cui è
immagine e in cui abita tutta la pienezza della divinità .
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7. E quando tutto gli sarà sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha
sottomesso ogni cosa . Non perché ora non sia così, ma perché allora sarà chiaro,
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secondo il modo di esprimersi spiegato sopra. Perché Dio sia tutto in tutti; egli è la
fine, menzionata precedentemente, quando ha voluto inizialmente riassumere tutto
sinteticamente e in seguito spiegarlo ed esporlo dettagliatamente. Parlava infatti
della risurrezione: Prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di
Cristo; poi sarà la fine. Egli stesso è la fine, perché Dio sia tutto in tutti. In un senso si
parla della fine che esprime compimento, in un altro quando esprime consunzione.
Altro è finire un vestito tessendolo, altro finire il cibo, mangiandolo. Si dice poi che
Dio è tutto in tutti nel senso che nessuno di coloro che aderiscono a lui, ami contro