Page 62 - 83 Questioni diverse
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venire, perché erano chiamati a partecipare in piena libertà. La chiamata dunque
                  suscita la volontà prima del merito. Di conseguenza se qualcuno attribuisce a se
                  stesso di aver corrisposto alla chiamata, non può attribuire a se stesso di essere
                  stato chiamato. Chi invece non ha risposto all’invito, come non ha avuto alcun
                  merito per essere chiamato, così inizia a meritare il castigo per aver trascurato
                  l’invito a venire. Ci saranno così due cose: Canterò, Signore, la tua misericordia e la
                  tua giustizia  . La chiamata dipende dalla misericordia; dalla giustizia dipende la
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                  felicità di coloro che hanno risposto all’appello e il castigo di coloro che hanno
                  rifiutato di venire. Non si rendeva forse conto il Faraone dei vantaggi derivati al
                  suo paese dalla venuta di Giuseppe  ? La conoscenza di questo fatto costituiva
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                  dunque per lui l’appello a non essere ingrato, trattando con indulgenza il popolo
                  d’Israele. Rifiutando di corrispondere a quest’invito e rendendosi crudele verso
                  coloro  ai  quali  doveva  umanità  e  indulgenza,  ha  meritato  come  punizione
                  l’indurimento del suo cuore e una tale cecità di spirito da non credere ai numerosi
                  e così grandi ed evidenti prodigi di Dio. Con questo castigo dell’ostinazione e del
                  suo  definitivo  e  visibile  naufragio  in mare, si poteva istruire  il popolo  che, a
                  motivo della sua sofferenza, il Faraone aveva meritato, sia l’occulta ostinazione del
                  cuore che la manifesta scomparsa tra i flutti  .
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                  6. Ora questa chiamata, rivolta secondo l’opportunità dei tempi, sia agli individui
                  che ai popoli e all’intero genere umano, è segno di una disposizione elevata e
                  profonda. Ad essa si riferiscono anche queste parole: Io ti ho santificato nel seno
                  materno  ; e: Ti ho visto quando eri ancora nei lombi di tuo padre   e: Ho amato Giacobbe
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                  e ho odiato Esaù  , che sono state pronunciate prima che essi nascessero. Forse
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                  possono comprenderle soltanto coloro che amano il Signore loro Dio con tutto il
                  cuore, con tutta l’anima e con tutta la loro mente e amano il prossimo come se
                  stessi  . Fondati in una così grande carità forse possono già comprendere con i
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                  santi la lunghezza, l’ampiezza, l’altezza e la profondità  . Bisogna però ritenere
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                  con fermissima fede che Dio non fa nulla d’ingiusto e che non c’è alcuna natura che
                  non debba a Dio ciò che è. A Dio si deve infatti ogni splendore, bellezza e armonia
                  delle parti: se tu l’analizzerai a fondo e la eliminerai dalle cose fino alle ultime
                  parti, non rimane più nulla.

                                69. - SUL TESTO: ALLORA LO STESSO FIGLIO SARÀ SOTTOMESSO
                                       A COLUI CHE GLI HA SOTTOMESSO OGNI COSA
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                  1.  Coloro  che  ribattono  che  il  Figlio  di  Dio  non  è  uguale  al  Padre,  di  solito
                  ricorrono con maggior dimestichezza a questo testo dell’Apostolo che afferma: E
                  quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha
                  sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti. Non potrebbe infatti sorgere in loro
                  l’errore mascherato del nome cristiano, se non per una cattiva interpretazione della
                  Scrittura. Dicono infatti: Se è uguale, come mai gli sarà sottomesso? La domanda è
                  simile senza dubbio a quella del Vangelo: Se è uguale, come mai il Padre è più
                  grande? Il Signore in persona dice: Il Padre è più grande di me  . Ora la regola della
                                                                                 300
                  fede cattolica è questa: quando nelle Scritture si afferma qualcosa per cui il Figlio è
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