Page 61 - 83 Questioni diverse
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4.  Anche  a  proposito  del  Faraone  si  può  facilmente  rispondere  che  un  tale
                  indurimento del cuore, da non credere neppure ai segni più manifesti del volere
                  divino,  era  la  giusta  conseguenza  dei  precedenti  demeriti  con  i  quali  aveva
                  perseguitato i forestieri nel suo regno. Da un’unica massa, vale a dire di peccatori,
                  ha tratto fuori vasi di misericordia a cui prestare soccorso, quando i figli d’Israele
                  lo avrebbero invocato, e vasi d’ira, cioè il Faraone e il suo popolo: col loro castigo
                  avrebbe istruiti quelli; perché, sebbene gli uni e gli altri fossero peccatori, e di
                  conseguenza appartenessero all’identica massa, era necessario tuttavia trattare in
                  un  modo  coloro  che  avevano  supplicato  nei  gemiti  l’unico  Dio,  perché  li
                  soccoresse, e in un altro coloro che li avevano afflitti con ingiusti gravami. Ha
                  sopportato dunque con grande pazienza i vasi di collera, già pronti per la perdizione  .
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                  Con l’espressione con grande pazienza ha indicato a sufficienza i loro precedenti
                  peccati, per i quali li aveva sopportati: li avrebbe vendicati a tempo opportuno,
                  quando dalla loro punizione avrebbe prestato soccorso a quelli che sarebbero stati
                  liberati.  E  questo  per  far  comprendere  la  ricchezza  della  sua  gloria  verso  vasi  di
                  misericordia, da lui predisposti alla gloria  . A questo punto forse sei confuso e ritorni
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                  sulla questione precedente. Egli usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole.
                  Perché ancora rimprovera? Chi può infatti resistere al suo volere?   Senza dubbio usa
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                  misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole, eppure questa volontà di Dio non può
                  essere ingiusta. Scaturisce difatti da meriti assai occulti; anche gli stessi peccatori,
                  sebbene  a  causa  del  comune  peccato  costituiscano  un’unica  massa,  non  sono
                  tuttavia senza qualche differenza tra loro. In alcuni peccatori precede dunque
                  qualcosa  per  cui,  sebbene  non  siano  ancora  giustificati,  sono  degni  di  essere
                  giustificati;  e  in  altri  peccatori  precede  ugualmente  qualcosa  per  cui  sono
                  meritevoli di ostinazione. Altrove scopri lo stesso Apostolo che dice: Poiché hanno
                  disprezzato  la  conoscenza  di  Dio,  Dio  li  ha  abbandonati  in  balìa  d’una  intelligenza
                  depravata  .  Averli  abbandonati  a  un’intelligenza  depravata  equivale  ad  aver
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                  indurito il cuore del Faraone  . L’aver disprezzato la conoscenza di Dio è stato il
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                  motivo per cui hanno meritato di essere abbandonati a un’intelligenza depravata.

                  5. È vero però che non dipende dalla volontà né dagli sforzi, ma dalla misericordia di Dio
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                  gemito  e  dolore  tanto  per  i  peccati  più  lievi  quanto  per  quelli  più  gravi  e
                  addirittura  numerosi,  ciò  non  dipende  da  lui,  che  si  perderebbe  se  fosse
                  abbandonato, ma dalla misericordia di Dio che viene in aiuto alle sue preghiere
                  addolorate. Non basta infatti volere se Dio non usa misericordia. Ma Dio, che
                  chiama alla pace, non usa misericordia se non precede la volontà, perché la pace in
                  terra è per gli uomini di buona volontà  . E poiché nessuno può volere, senza essere
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                  prevenuto  e  chiamato  sia  interiormente,  dove  nessun  uomo  vede,  che
                  esteriormente per mezzo della predicazione o di altri segni manifesti, risulta che è
                  Dio a suscitare in noi questo stesso volere  . Infatti a quella cena, che nel Vangelo
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                  il Signore dice di aver preparato, non tutti gli invitati hanno voluto partecipare, e
                  quelli che sono venuti non sarebbero potuti venire senza essere stati invitati  .
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                  Pertanto quelli non devono attribuire a se stessi di essere venuti, perché sono
                  venuti su invito: né devono incolpare altri, ma se stessi, coloro che non sono voluti
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