Page 63 - 83 Questioni diverse
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inferiore al Padre, lo si intende in rapporto all’umanità [da lui] assunta; quando
                  invece si afferma qualcosa che denota uguaglianza, lo si interpreta in rapporto alla
                  divinità. Risulta dunque chiaro in quale senso è stato detto: Il Padre è più grande di
                  me; e: Io e il Padre siamo uno  ; e: Il Verbo era Dio; e: Il Verbo si è fatto carne; e: Non
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                  considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso assumendo la
                  condizione  di  servo   302 .  Ma  poiché  molte  espressioni,  eccetto  quanto  concerne
                  l’assunzione dell’umanità, si riferiscono a lui secondo la proprietà personale, in
                  modo che per Padre non si può intendere che il Padre e per Figlio non altri che il
                  Figlio, gli eretici ritengono che in quello che viene affermato e interpretato in
                  questo modo non ci può essere uguaglianza. Sta scritto infatti: Tutto è stato fatto per
                  mezzo di lui  , senza dubbio per mezzo del Figlio, cioè del Verbo di Dio. Da chi, se
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                  non dal Padre? Non c’è mai scritto che il Figlio ha fatto qualcosa per mezzo del
                  Padre. È scritto ancora che il Figlio è immagine del Padre  ; ma non è mai scritto
                                                                               304
                  che il Padre è immagine del Figlio. Sta scritto inoltre che uno genera e l’altro è
                  generato; e molte espressioni del genere che riguardano non l’ineguaglianza della
                  sostanza ma la proprietà delle Persone. Poiché essi negano che in questi testi
                  l’uguaglianza sia possibile, dal momento che si addentrano in queste cose con una
                  mentalità troppo grossolana, bisogna incalzarli sotto il peso dell’autorità. Se infatti
                  in quelle affermazioni fosse impossibile cogliere l’uguaglianza tra colui per mezzo
                  del quale tutto è stato fatto e colui dal quale è stato fatto, tra l’immagine e colui del
                  quale è immagine, tra il generato e il generante, l’Apostolo, per chiudere la bocca
                  dei contestatori, non avrebbe in alcun modo usato lo stesso vocabolo, dicendo: Non
                  considerò una rapina la sua uguaglianza con Dio  .
                                                                  305

                  2. Poiché dunque alcuni testi, riguardanti la distinzione del Padre e del Figlio, sono
                  stati  scritti  in  riferimento  alla  proprietà  del  Figlio  e  altri  all’assunzione
                  dell’umanità, per salvaguardare la divinità, l’unità e l’uguaglianza del Padre e del
                  Figlio: è giusto domandarsi se l’Apostolo in questo testo aveva di mira le proprietà
                  delle persone o l’assunzione dell’umanità: Allora anche il Figlio sarà sottomesso a colui
                  che  gli  ha  sottomesso  ogni  cosa  .  Di  solito  il  contesto  scritturistico  chiarisce  la
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                  sentenza  quando  le  espressioni  circostanti,  che  si  riferiscono  alla  presente
                  questione,  vengono  esaminate  con  un’analisi  diligente.  Troviamo  infatti  che
                  l’Apostolo è giunto a questo testo dopo l’affermazione precedente: Ora, invece,
                  Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti  . Trattava quindi della
                                                                              307
                  risurrezione dei morti: essa si è verificata nel Signore secondo l’umanità che ha
                  assunto, come afferma con tutta chiarezza in seguito: Poiché se a causa di un uomo
                  venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dai morti; e come tutti
                  muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine:
                  prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta (parusiva), quelli che sono di Cristo;
                  poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni
                  principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto
                  tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte,
                  perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice: Ogni cosa è stata sottoposta,
                  è chiaro che si deve eccettuare colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà
                  stato sottomesso, anche lui il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa,
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