Page 60 - 83 Questioni diverse
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uomo pari a te, avresti agito imprudentemente se prima non fossi stato accolto
nella sua amicizia. Come dunque abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra,
così porteremo anche l’immagine dell’uomo celeste , spogliandoci dell’uomo
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vecchio e rivestendo il nuovo , affinché non ci venga detto come al vaso di
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argilla: Dice forse il vaso al vasaio: " Perché mi hai fatto così? " .
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3. Perché sia chiaro che questo è detto non per uno spirito già santo, ma per il
fango carnale, senti come prosegue: Non è forse in potere del vasaio che con il medesimo
impasto di argilla ci faccia o un vaso degno di rispetto, oppure un vaso da contumelia?
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Dunque dacché la nostra natura ha peccato nel paradiso, dalla provvidenza divina
stessa noi siamo formati non secondo il cielo ma secondo la terra, cioè non secondo
lo spirito, ma secondo la carne con una generazione destinata alla morte; e così
tutti siamo diventati una massa di fango, che è a dire una massa di peccato. E
poiché con il peccato abbiamo perduto il merito e, separati dalla misericordia di
Dio, null’altro era dovuto a noi peccatori se non l’eterna condanna, come può
l’uomo, da questa massa, mettersi a discutere con Dio e dirgli: Perché mi hai fatto
così? Se tu vuoi conoscere queste cose, bisogna che ti tolga da questo fango e che
diventi figlio di Dio tramite quella stessa misericordia che ha dato il potere di
diventare figli di Dio a coloro che credono nel suo nome, e non a coloro che
vorrebbero conoscere i misteri di Dio prima di credere, come vorresti tu. Il
conoscere infatti è come una paga che si dà a chi l’ha meritata; e il merito si
acquista con il credere. Così anche la grazia, che ci vien data per mezzo della fede,
non ci vien data per nessun altro merito precedente. E quale altro merito potrebbe
avere il peccatore o l’empio? Cristo però è morto per gli empi e i peccatori
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affinché al credere noi fossimo chiamati, non per i meriti, ma per la grazia, e così,
credendo, anche noi potessimo mettere da parte qualche merito. È per questo che
ai peccatori viene comandato di credere, perché proprio col credere si purghino dei
peccati. Essi infatti non sanno che cosa avranno davanti se vivono rettamente.
Così, non potendo saperlo se non vivono rettamente, e, d’altra parte non potendo
vivere rettamente se non credono, è più che chiaro che è dalla fede che bisogna
incominciare. Ed è così che i comandamenti, con i quali coloro che credono si
distaccano dalle cose di questo mondo, rendono puro il loro cuore, perché è solo
con esso che si può vedere Dio. Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio . E
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anche con le parole della profezia si canta: Nella semplicità del cuore cercatelo . È
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giusto quindi quello che vien detto agli uomini che sono immersi nella vecchiezza
della vita e hanno l’occhio dell’anima pieno di tenebre: O uomo, e chi sei tu da
metterti a discutere con Dio? Oserà forse il vaso plasmato dire a colui che lo plasmò: Perché
mi hai fatto così? Forse che il vasaio non è padrone dell’argilla per fare col medesimo
impasto un vaso degno di rispetto oppure un vaso da contumelia? Lìberati dal vecchio
fermento per diventare un impasto nuovo in cui non restare ancora un bambino
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in Cristo da dover nutrire sempre col latte ; fatti uomo una buona volta per
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trovarti in mezzo a coloro dei quali è detto: Noi parliamo di sapienza tra uomini
maturi . Solo allora potrai capire in modo retto e non disordinato quali siano i
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meriti così nascosti delle anime e i segreti della grazia e della giustizia di Dio.