Page 64 - 83 Questioni diverse
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perché Dio sia tutto in tutti  . È chiaro quindi che questo è stato detto in riferimento
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                  all’incarnazione dell’uomo.

                  3. Ma in questo capitolo, di cui ho riportato tutto il testo, altri punti offrono di
                  solito materia di discussione. Innanzitutto l’affermazione: Quando egli consegnerà il
                  regno a Dio e Padre, come se il Padre ora non possedesse il regno. Quindi il passo:
                  Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi,
                  come se dopo non dovesse più regnare. A questo sembra riferirsi l’affermazione
                  precedente: Poi sarà la fine. Con sacrilega interpretazione essi l’intendono così,
                  come se la parola fine indicasse la distruzione del suo regno, mentre nel Vangelo è
                  scritto: E il suo regno non avrà fine  . Da ultimo il testo: E quando tutto gli sarà stato
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                  sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa; essi
                  lo interpretano così come se ora qualcosa non fosse sottomessa al Figlio o egli
                  stesso non fosse sottomesso al Padre.

                  4. La questione si scioglie considerando il modo di esprimersi. Spesso infatti la
                  Scrittura, parlando di qualcosa che è da sempre, dice che comincia ad esistere in
                  qualcuno, quando questi la conosce. Così nella preghiera del Signore noi diciamo:
                  Sia santificato il tuo nome  , quasi che in un certo tempo non fosse santo. Come
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                  dunque sia santificato sta per "sia riconosciuto come santo", così anche le parole:
                  Quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, stanno per "quando avrà mostrato che il
                  Padre regna", sicché per mezzo della visione e della manifestazione risulti chiaro
                  ciò  che  ora  i  fedeli  credono  e  gli  infedeli  rifiutano.  Poi  ridurrà  al  nulla  ogni
                  principato e potestà, manifestando senza dubbio il regno del Padre, affinché a tutti
                  sia noto che nessun principato e potestà in cielo e in terra ha avuto da se stesso
                  alcunché del suo potere e dominio, ma l’ha avuto da colui dal quale tutto procede,
                  sia  nel  campo  dell’esistenza  che  dell’ordinamento.  In  quella  manifestazione
                  nessuno infatti avrà più speranza in qualche principe o in qualche uomo. È quanto
                  già sin d’ora viene cantato con voce profetica: È meglio rifugiarsi nel Signore che
                  confidare nell’uomo; è meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti  . In questa
                                                                                           311
                  meditazione l’anima si eleva fin d’ora al regno del Padre, senza fare affidamento
                  sul potere di qualcuno al di fuori di lui, e tanto meno illudersi pericolosamente del
                  proprio.  Consegnerà  dunque  il  regno  a  Dio  Padre  quando,  grazie  a  lui,  si
                  conoscerà il Padre visibilmente. Suo regno sono infatti coloro nei quali ora regna
                  per mezzo della fede. Invero in un modo si parla del regno di Cristo in rapporto al
                  potere della divinità: in questo senso ogni creatura gli è sottomessa; in un altro si
                  parla del suo regno che è la Chiesa, in rapporto alla fede che possiede; in questo
                  senso prega colui che dice: Prendi possesso di noi  . Nulla infatti è sottratto al suo
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                  possesso. In questo senso si dice anche: Quando eravate schiavi del peccato, eravate
                  liberi  riguardo  alla  giustizia  .  Ridurrà  dunque  al  nulla  ogni  principato  e  ogni
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                  potestà e potenza, sicché nessuno, che vede il Padre per mezzo del Figlio, abbia
                  bisogno o si compiaccia di confidare nel potere personale o di qualche creatura.

                  5. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi
                  314 . Bisogna, cioè, che il suo regno si manifesti così apertamente che tutti i suoi
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