Page 23 - 83 Questioni diverse
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sicuramente dall’interpretazione rigorosa, perché in greco le " ragioni " [rationes] si
                  dicono        , non idee. Ma se uno vuole usare questo termine, non si discosterà
                  dalla realtà stessa. Le idee sono infatti forme primarie o ragioni stabili e immutabili
                  delle cose: non essendo state formate, sono perciò eterne e sempre uguali a se
                  stesse e sono contenute nell’intelligenza divina. Non hanno né origine né fine: anzi
                  si dice che tutto ciò che può nascere e morire e tutto ciò che nasce e muore viene
                  formato sul loro modello. Nessun’anima, eccetto la razionale, può contemplarle,
                  mediante la sua parte più eccellente, cioè con la mente stessa e la ragione, come se
                  le vedesse con la faccia o con il suo sguardo interiore e intelligibile. Non si deve
                  tuttavia ritenere idonea a questa visione ogni e qualsiasi anima, ma solo quella che
                  è santa e pura, quella cioè che ha l’occhio integro, sincero, sereno e assimilato alle
                  realtà che desidera vedere, e con il quale le vede. Ora chi è religioso e formato alla
                  vera religione, ancorché non possa ancora capire tali cose, oserà negare, anzi non
                  confesserà piuttosto che tutte le cose esistenti, vale a dire che per esistere sono
                  racchiuse nel loro genere da una propria natura, non siano state create da Dio? E
                  che tutti i viventi vivano grazie a lui e che la conservazione universale delle cose e
                  l’ordine stesso per cui le cose soggette a mutamento eseguono i loro cicli regolati
                  dal tempo con precisa regolarità, non siano contenute e governate dalle leggi del
                  sommo Dio? Ammesso e concesso tale principio, chi oserà affermare che Dio abbia
                  tutto creato senza una ragione? Se questo non si può legittimamente affermare né
                  credere, è certo allora che tutto è stato creato secondo ragione; non però allo stesso
                  modo l’uomo e il cavallo: pensarlo è sicuramente un’assurdità. Ogni cosa è stata
                  dunque creata secondo proprie ragioni. Ma dove crediamo che si trovino queste
                  ragioni ideali se  non nella mente stessa del Creatore? Egli infatti non vedeva
                  qualcosa esistente fuori di sé, da costituire il modello di ciò che creava: pensare
                  questo infatti è sacrilego. Se dunque queste ragioni di tutte le cose da creare o
                  create esistono nella mente divina, e se nella mente divina non può esistere nulla
                  che non sia eterno ed immutabile - Platone chiama idee proprio queste ragioni
                  fondamentali delle cose -, le idee non solo esistono, ma sono anche vere, perché
                  sono eterne e rimangono per sempre eterne e immutabili. Partecipando di esse
                  esiste tutto ciò che esiste, qualunque sia il modo di essere. Ma l’anima razionale
                  supera tutte le cose create da Dio. Quando è pura, è vicina a Dio e nella misura in
                  cui aderisce a lui per mezzo della carità, pervasa e illuminata da lui di quella luce
                  intelligibile, contempla, non con gli occhi del corpo, ma con l’elemento specifico
                  del suo essere per cui eccelle, cioè con la sua intelligenza, queste ragioni ideali, la
                  cui visione la rende pienamente felice. Queste ragioni si possono chiamare, come si
                  è detto, " idee, forme, specie, ragioni "; a molti è concesso di chiamarle a piacimento,
                  a pochissimi però di comprenderne la vera realtà.

                                47. - SARÀ POSSIBILE UN GIORNO VEDERE I NOSTRI PENSIERI?

                  Si domanda abitualmente in che modo potremo vedere i nostri pensieri dopo la
                  risurrezione e la trasformazione del corpo, promesse ai santi. L’argomentazione
                  deve  ricavarsi  da  quella  parte  del  nostro  corpo  che  è  più  luminosa.  È  infatti
                  doveroso credere che i corpi angelici, che speriamo di avere un giorno, siano
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