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sicuramente dall’interpretazione rigorosa, perché in greco le " ragioni " [rationes] si
dicono , non idee. Ma se uno vuole usare questo termine, non si discosterà
dalla realtà stessa. Le idee sono infatti forme primarie o ragioni stabili e immutabili
delle cose: non essendo state formate, sono perciò eterne e sempre uguali a se
stesse e sono contenute nell’intelligenza divina. Non hanno né origine né fine: anzi
si dice che tutto ciò che può nascere e morire e tutto ciò che nasce e muore viene
formato sul loro modello. Nessun’anima, eccetto la razionale, può contemplarle,
mediante la sua parte più eccellente, cioè con la mente stessa e la ragione, come se
le vedesse con la faccia o con il suo sguardo interiore e intelligibile. Non si deve
tuttavia ritenere idonea a questa visione ogni e qualsiasi anima, ma solo quella che
è santa e pura, quella cioè che ha l’occhio integro, sincero, sereno e assimilato alle
realtà che desidera vedere, e con il quale le vede. Ora chi è religioso e formato alla
vera religione, ancorché non possa ancora capire tali cose, oserà negare, anzi non
confesserà piuttosto che tutte le cose esistenti, vale a dire che per esistere sono
racchiuse nel loro genere da una propria natura, non siano state create da Dio? E
che tutti i viventi vivano grazie a lui e che la conservazione universale delle cose e
l’ordine stesso per cui le cose soggette a mutamento eseguono i loro cicli regolati
dal tempo con precisa regolarità, non siano contenute e governate dalle leggi del
sommo Dio? Ammesso e concesso tale principio, chi oserà affermare che Dio abbia
tutto creato senza una ragione? Se questo non si può legittimamente affermare né
credere, è certo allora che tutto è stato creato secondo ragione; non però allo stesso
modo l’uomo e il cavallo: pensarlo è sicuramente un’assurdità. Ogni cosa è stata
dunque creata secondo proprie ragioni. Ma dove crediamo che si trovino queste
ragioni ideali se non nella mente stessa del Creatore? Egli infatti non vedeva
qualcosa esistente fuori di sé, da costituire il modello di ciò che creava: pensare
questo infatti è sacrilego. Se dunque queste ragioni di tutte le cose da creare o
create esistono nella mente divina, e se nella mente divina non può esistere nulla
che non sia eterno ed immutabile - Platone chiama idee proprio queste ragioni
fondamentali delle cose -, le idee non solo esistono, ma sono anche vere, perché
sono eterne e rimangono per sempre eterne e immutabili. Partecipando di esse
esiste tutto ciò che esiste, qualunque sia il modo di essere. Ma l’anima razionale
supera tutte le cose create da Dio. Quando è pura, è vicina a Dio e nella misura in
cui aderisce a lui per mezzo della carità, pervasa e illuminata da lui di quella luce
intelligibile, contempla, non con gli occhi del corpo, ma con l’elemento specifico
del suo essere per cui eccelle, cioè con la sua intelligenza, queste ragioni ideali, la
cui visione la rende pienamente felice. Queste ragioni si possono chiamare, come si
è detto, " idee, forme, specie, ragioni "; a molti è concesso di chiamarle a piacimento,
a pochissimi però di comprenderne la vera realtà.
47. - SARÀ POSSIBILE UN GIORNO VEDERE I NOSTRI PENSIERI?
Si domanda abitualmente in che modo potremo vedere i nostri pensieri dopo la
risurrezione e la trasformazione del corpo, promesse ai santi. L’argomentazione
deve ricavarsi da quella parte del nostro corpo che è più luminosa. È infatti
doveroso credere che i corpi angelici, che speriamo di avere un giorno, siano