Page 27 - 83 Questioni diverse
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tutto; "volto" di Dio il potere con cui si manifesta e si fa conoscere; e così di seguito,
allo stesso modo anche noi, a cui è diretto il discorso, siamo soliti operare con le
mani, camminare con i piedi e andare dove ci porta l’animo, avvertire gli oggetti
materiali con le orecchie, con gli occhi e con gli altri sensi del corpo e farci
riconoscere dal volto. Ogni altra cosa si rapporta a questa specie di regola. Per
questa ragione dunque, perché di solito non siamo disposti a cambiare una cosa
iniziata e mutarla con un’altra, se non pentendoci, sebbene a chi guarda con mente
serena appare chiaro che la Provvidenza divina tutto governa secondo un ordine
perfettamente stabilito, tuttavia, con opportuno adattamento alla modesta
intelligenza umana, si dice che una cosa cominciata ad essere e che non dura
quanto si sperava che durasse, è stata tralasciata per una specie di pentimento di
Dio.
53. - L’ORO E L’ARGENTO PRELEVATO AGLI EGIZIANI DAGLI ISRAELITI
1. Chiunque considera l’economia dei due Testamenti mirabilmente applicata,
secondo l’opportunità dei tempi, alle età del genere umano, comprende a
sufficienza, a mio parere, che cosa sia più conveniente alla prima età del genere
umano e che cosa alla successiva. Dalla divina Provvidenza, che tutto regola
armoniosamente, viene infatti così disposta l’intera serie delle generazioni, da
Adamo sino alla fine dei tempi, come se si trattasse di un solo uomo che percorre il
tratto della sua esistenza attraverso le età intermedie dalla fanciullezza alla
vecchiaia. È perciò necessario che chi si applica alle divine Scritture con animo
devoto sappia distinguere anche le gradazioni morali delle virtù per giungere alla
più alta e perfetta virtù dell’uomo. Allora, nel riscontrare come talora aimeno
maturi siano imposti piccoli precetti e ai più maturi precetti più grandi, pensando
che più piccoli siano i peccati in confronto ai più grandi, si eviterà di ritenere
sconveniente che Dio abbia imposto tali precetti agli uomini. Ora però è troppo
lungo trattare dei gradi delle virtù: basta pertanto discutere di questa questione.
Per quanto concerne l’inganno, la somma e perfetta virtù consiste nel non
ingannare nessuno e mettere in pratica quello che è stato detto: Sia il vostro parlare:
Sì, sì; no, no . Ma poiché questo comando è rivolto a coloro ai quali è già stato
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promesso il Regno dei cieli, ed è grande virtù adempiere questi precetti più grandi
ai quali è riservato questo premio: Il Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne
impadroniscono , occorre domandarci per quali gradi si arriva a questa elevata
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perfezione. Sui gradini inferiori stanno sicuramente coloro ai quali veniva
promesso un regno ancora terreno: essi, come bambini, si preparavano con tale
promessa e, dopo aver nel frattempo ottenuto dall’unico Dio, Signore di tutte le
cose, le gioie terrene a cui ancora aspiravano, progredendo ed avanzando
spiritualmente avrebbero poi imparato a sperare anche le celesti. Com’è virtù
somma e quasi divina non ingannare nessuno, così il vizio estremo è ingannare
qualcuno. Per chi da questo vizio estremo tende a quella sublime virtù, il gradino è
questo: non ingannare nessuno, né l’amico né l’estraneo, eccetto qualche volta il
nemico. Per questo il detto del poeta è ormai diventato proverbiale: Inganno o
valore? Chi se ne preoccupa in un nemico? Ma poiché anche lo stesso nemico il più
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