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tutto; "volto" di Dio il potere con cui si manifesta e si fa conoscere; e così di seguito,
                  allo stesso modo anche noi, a cui è diretto il discorso, siamo soliti operare con le
                  mani, camminare con i piedi e andare dove ci porta l’animo, avvertire gli oggetti
                  materiali  con  le  orecchie,  con  gli  occhi  e  con  gli  altri  sensi  del  corpo  e  farci
                  riconoscere dal volto. Ogni altra cosa si rapporta a questa specie di regola. Per
                  questa ragione dunque, perché di solito non siamo disposti a cambiare una cosa
                  iniziata e mutarla con un’altra, se non pentendoci, sebbene a chi guarda con mente
                  serena appare chiaro che la Provvidenza divina tutto governa secondo un ordine
                  perfettamente  stabilito,  tuttavia,  con  opportuno  adattamento  alla  modesta
                  intelligenza umana, si dice che una cosa cominciata ad essere e che non dura
                  quanto si sperava che durasse, è stata tralasciata per una specie di pentimento di
                  Dio.

                            53. - L’ORO E L’ARGENTO PRELEVATO AGLI EGIZIANI DAGLI ISRAELITI

                  1. Chiunque considera l’economia dei due Testamenti mirabilmente applicata,
                  secondo  l’opportunità  dei  tempi,  alle  età  del  genere  umano,  comprende  a
                  sufficienza, a mio parere, che cosa sia più conveniente alla prima età del genere
                  umano  e  che  cosa  alla  successiva.  Dalla  divina  Provvidenza,  che tutto regola
                  armoniosamente, viene infatti così disposta l’intera serie delle generazioni, da
                  Adamo sino alla fine dei tempi, come se si trattasse di un solo uomo che percorre il
                  tratto  della  sua  esistenza  attraverso  le  età  intermedie  dalla  fanciullezza  alla
                  vecchiaia. È perciò necessario che chi si applica alle divine Scritture con animo
                  devoto sappia distinguere anche le gradazioni morali delle virtù per giungere alla
                  più alta e perfetta virtù dell’uomo. Allora, nel riscontrare come talora aimeno
                  maturi siano imposti piccoli precetti e ai più maturi precetti più grandi, pensando
                  che più piccoli siano i peccati in confronto ai più grandi, si eviterà di ritenere
                  sconveniente che Dio abbia imposto tali precetti agli uomini. Ora però è troppo
                  lungo trattare dei gradi delle virtù: basta pertanto discutere di questa questione.
                  Per  quanto  concerne  l’inganno,  la  somma  e  perfetta  virtù  consiste  nel  non
                  ingannare nessuno e mettere in pratica quello che è stato detto: Sia il vostro parlare:
                  Sì, sì; no, no  . Ma poiché questo comando è rivolto a coloro ai quali è già stato
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                  promesso il Regno dei cieli, ed è grande virtù adempiere questi precetti più grandi
                  ai quali è riservato questo premio: Il Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne
                  impadroniscono  , occorre domandarci per quali gradi si arriva a questa elevata
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                  perfezione.  Sui  gradini  inferiori  stanno  sicuramente  coloro  ai  quali  veniva
                  promesso un regno ancora terreno: essi, come bambini, si preparavano con tale
                  promessa e, dopo aver nel frattempo ottenuto dall’unico Dio, Signore di tutte le
                  cose,  le  gioie  terrene  a  cui  ancora  aspiravano,  progredendo  ed  avanzando
                  spiritualmente avrebbero poi imparato a sperare anche le celesti. Com’è virtù
                  somma e quasi divina non ingannare nessuno, così il vizio estremo è ingannare
                  qualcuno. Per chi da questo vizio estremo tende a quella sublime virtù, il gradino è
                  questo: non ingannare nessuno, né l’amico né l’estraneo, eccetto qualche volta il
                  nemico. Per questo il detto del poeta è ormai diventato proverbiale: Inganno o
                  valore? Chi se ne preoccupa in un nemico?   Ma poiché anche lo stesso nemico il più
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