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le trecentosessanta che conta lo zodiaco. Il movimento del cielo ne percorre
quindici in una sola ora, sicché lo spazio di tempo in cui si originano quindici
gradi, equivale ad un’ora. Ogni grado consta di sessanta minuti. Non trovano però
i secondi nelle costellazioni, da cui pretendono di predire il futuro. Il concepimento
dei gemelli, che si attua con una sola unione, come attestano i medici, la cui scienza
è molto più sicura ed evidente, avviene in un tempo così rapido da non
oltrepassare due secondi. Donde deriva allora nei gemelli tanta diversità di atti, di
eventi e di volontà, dato che sono stati concepiti sotto la stessa costellazione e
all’astrologo è offerta per entrambi una sola costellazione, come se si trattasse di un
sol uomo? Se invece vogliono attenersi alle costellazioni della nascita, vengono
confutati dagli stessi gemelli, che il più delle volte vengono alla luce l’uno dopo
l’altro a intervalli di tempo riconducibili a secondi, di cui essi non vogliono e non
possono discutere a proposito di costellazioni. Si dice che hanno predetto molte
cose vere, ma questo dipende dal fatto che gli uomini dimenticano le loro falsità ed
errori. Unicamente preoccupati di quanto si accordava alle loro aspettative,
dimenticano ciò che non corrispondeva e ricordano solo gli avvenimenti che
capitano accidentalmente, non per arte divinatoria, del tutto inesistente, ma per
qualche fortuita coincidenza. Se poi lo vogliono attribuire alla loro abilità, dicano
pure che possiedono l’arte divinatoria anche le pergamene inanimate contenenti
scritti, da cui il più delle volte si tira la sorte a piacimento. Se dunque dai codici,
senz’arte né parte, spesso esce un versetto che predice il futuro, che c’è di strano se
anche dall’animo di chi parla esca, non per abilità ma per caso, una qualche
predizione delle cose future?
46. - LE IDEE
1. Si dice che Platone sia stato il primo a nominare le idee; non già nel senso che,
prima di averlo introdotto, non esistesse il nome o non esistessero le stesse realtà,
che egli ha chiamato idee, o non fossero intuite da alcuno; ma probabilmente
alcuni le chiamavano con un nome e altri con un altro. È lecito infatti attribuire
qualsiasi nome a una cosa conosciuta ma sprovvista di un nome di uso comune.
Non è infatti verosimile che prima di Platone non ci sia stato alcun filosofo, oppure
che questi non abbiano compreso ciò che Platone, come si è detto, chiama idee,
qualunque cosa esse siano; la loro portata è così grande che nessuno può essere
filosofo se non le ha intuite. È probabile che ci siano stati filosofi anche tra altri
popoli, fuori della Grecia: lo conferma lo stesso Platone che non solo ha viaggiato
per perfezionare la sapienza, ma lo ricorda anche nei suoi scritti. Non bisogna
pertanto ritenere che essi, se vi sono stati, abbiano ignorato le idee, anche se
probabilmente le chiamavano con un altro nome. Ma del nome abbiamo già detto
abbastanza. Consideriamo la cosa in sé: dobbiamo esaminarla e conoscerla con la
massima attenzione, lasciando che ognuno, per quanto concerne i termini, chiami
come vuole la cosa che ha conosciuto.
2. Noi latini possiamo chiamare le idee o forme o specie, per mostrare che
traduciamo parola per parola. Se invece le chiamiamo ragioni ci scostiamo