Page 21 - 83 Questioni diverse
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qualcosa di divino ed eterno, non passa allo stesso modo.


                               44. - PERCHÉ IL SIGNORE GESÙ CRISTO È VENUTO TANTO TARDI
                                       E NON SUBITO DOPO IL PECCATO DELL’UOMO?

                  Tutto  ciò  che  è  bello  proviene  dalla  somma  bellezza,  che  è  Dio;  la  bellezza
                  temporale  invece  risulta  dalle  cose  che  vanno  e  vengono.  Ogni  singola  età,
                  dall’infanzia alla vecchiaia, ha in ogni uomo la sua bellezza. Come sarebbe assurdo
                  volere che nell’uomo soggetto al tempo ci fosse solo l’età giovanile - resterebbe
                  infatti privo delle altre bellezze che hanno il proprio posto ed ordine nelle varie età
                  -, così è assurdo desiderare una sola età per tutto il genere umano. Anche il genere
                  umano, come il singolo uomo, ha infatti le sue età. Era perciò opportuno che il
                  Maestro, al cui esempio l’umanità era educata alla migliore condotta, venisse dal
                  cielo nell’età della giovinezza. A questo si riferisce l’Apostolo quando afferma che
                  erano come bambini sotto la custodia della legge, come sotto un pedagogo  , finché
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                  non fosse venuto colui al quale erano riservati e che era stato promesso dai Profeti.
                  Altro è il modo di agire della divina Provvidenza con i singoli, quasi a titolo
                  privato, altro il modo di occuparsi, quasi pubblicamente, di tutto il genere umano.
                  Infatti  tutti  gli  individui,  che  hanno  raggiunto  la  piena  sapienza,  sono  stati
                  illuminati  dalla medesima verità nella misura confacente alle rispettive età. E
                  perché il popolo divenisse sapiente di questa verità, l’umanità fu assunta [dal
                  Verbo] nell’età più conveniente al genere umano.

                                               45. - CONTRO GLI ASTROLOGI

                  1. Gli antichi non chiamavano matematici quelli che oggi si chiamano così, ma
                  quelli che calcolavano la misura del tempo col movimento del cielo e delle stelle.
                  Di costoro si parla molto giustamente nelle Sacre Scritture: Neppure costoro sono
                  scusabili, perché se tanto poterono sapere da scrutare l’universo, come mai non ne hanno
                  trovato più  facilmente il Signore?    La mente  umana infatti, che giudica le cose
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                  visibili, può costatare di essere migliore di tutte le cose visibili. Riconoscendo
                  tuttavia di essere mutevole a causa dei regressi e progressi nella sapienza, scopre al
                  di sopra di sé una verità immutabile. Aderendo alla verità, come sta scritto: A te si
                  stringe l’anima mia  , diventa beata, perché scopre nel proprio intimo anche il
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                  Creatore e Signore di tutte le cose visibili, senza bisogno di cercare al di fuori le
                  cose visibili, fossero pure celesti. Queste poi o non si trovano o si trovano con
                  grande fatica e senza utilità, a meno che dalla bellezza delle cose esteriori non si
                  trovi l’artefice che sta dentro. Egli prima produce le bellezze superiori dell’anima e
                  poi quelle inferiori del corpo.

                  2.  Ma  contro  coloro  che  oggi  si  chiamano  matematici,  che  pretendono  di
                  sottomettere le nostre azioni ai corpi celesti, di venderci alle stelle e di riscuotere
                  da  noi  il  prezzo  stesso  col  quale  siamo  venduti,  non  si  può  dire  nulla  più
                  esattamente e brevemente di questo: non rispondono se non dopo aver consultato
                  le costellazioni. Essi dicono che nelle costellazioni si distinguono delle parti: sono
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