Page 26 - 83 Questioni diverse
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essere più adatto a contemplare il cielo. Proprio per questo si può ben dire che è
stato creato a somiglianza di Dio più del corpo degli altri animali. Tuttavia, poiché
è improprio chiamare uomo un corpo senza vita, è più preciso intendere per uomo
esteriore non il solo corpo né la sola vita sensitiva del corpo, ma l’uno e l’altra
insieme.
4. Non è neppure sbagliato distinguere, da un lato, l’immagine e somiglianza di
Dio, che è il Figlio, e dall’altro l’essere ad immagine e somiglianza di Dio, come
diciamo dell’uomo creato. Vi sono poi alcuni che nell’espressione "a immagine e
somiglianza" intendono due cose diverse: affermano infatti che, se si trattasse di
una cosa sola, poteva bastare una sola parola. Essi ritengono che la mente è stata
creata ad immagine, perché è formata dalla verità stessa senza l’intervento di
qualche sostanza; si chiama anche spirito: non già lo Spirito Santo, consustanziale
al Padre e al Figlio, ma lo spirito dell’uomo. L’Apostolo invero lo distingue così:
Nessuno conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui e nessuno
conosce i segreti di Dio se non lo Spirito di Dio . Dello spirito dell’uomo dice ancora:
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Egli salvi il vostro spirito, l’anima e il corpo . Anch’esso è stato fatto da Dio come
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tutte le altre creature. Infatti è scritto nei Proverbi: Sappi che il Signore conosce i cuori
degli uomini, e chi ha formato lo spirito in tutti sa tutto . Questo spirito dunque, in cui
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è l’intelligenza della verità, è stato creato - nessuno ne dubita - ad immagine di
Dio: aderisce infatti alla verità senza l’intervento di alcuna creatura. Affermano che
le altre parti dell’uomo sono fatte "a somiglianza", perché ogni immagine è simile,
ma non tutto ciò che è simile può anche dirsi immagine in senso proprio, ma solo
abusivamente. In queste cose però bisogna essere cauti a non sostenere troppo ciò
che si crede, nel rispetto assoluto di quella norma salutare di non attribuire alla
sostanza di Dio nulla di ciò che si riferisce a qualsivoglia corpo esteso nello spazio.
Infatti quello che in una parte è minore rispetto al tutto, non conviene alla dignità
dell’anima: molto meno alla maestà di Dio!
52. - SULLE PAROLE: MI PENTO DI AVER CREATO L’UOMO
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Le divine Scritture, per elevarci dal senso terreno ed umano a quello divino e
celeste, si sono abbassate alle parole che usano abitualmente tra loro anche le
persone più incolte. Perciò quegli uomini, mediante i quali ha parlato lo Spirito
Santo, non hanno esitato ad impiegare molto opportunamente nei libri persino i
nomi di quelle passioni alle quali è soggetta la nostra anima, e che i più sapienti
ritengono assolutamente estranee a Dio. Poiché, ad esempio, è assai difficile che un
uomo si vendichi senza adirarsi, hanno tuttavia ritenuto di chiamare "ira" la
vendetta di Dio, che avviene indubbiamente senza questa passione. Allo stesso
modo, poiché gli uomini erano soliti custodire gelosamente la castità della moglie,
hanno chiamato "gelosia" di Dio la divina Provvidenza con la quale si comanda e si
induce l’anima a non corrompersi e, in un certo senso, a non prostituirsi, seguendo
i molti altri dèi. Ugualmente hanno chiamato "mano" di Dio la potenza con cui
opera; "piedi" di Dio la forza con cui provvede alla salvaguardia e al governo di
tutte le cose; "orecchie" e "occhi" di Dio la potenza con cui vede e conosce