Page 32 - 83 Questioni diverse
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punto alla lunghezza, dalla lunghezza alla larghezza, dalla larghezza all’altezza,
consolida il corpo, di nuovo racchiuso dal numero quattro, non è assurdo ritenere
che il numero quaranta indichi la disposizione temporale, realizzata per la nostra
salvezza, quando il Signore ha assunto il corpo e si è degnato di apparire
visibilmente agli uomini. Infatti uno, due, tre e quattro, che indicano il Creatore e
la creatura, moltiplicati per quattro - cioè manifestati nel tempo mediante il corpo -
fanno quaranta. La differenza poi tra quattro e quattro volte è questa: quattro
esprime uno stato, quattro volte un movimento. Come dunque quattro si riferisce
al corpo, così quattro volte si riferisce al tempo: è accennato il mistero compiuto
corporalmente nel tempo, a motivo di coloro che erano invischiati nell’amore dei
corpi e soggetti al tempo. Non è dunque un’incoerenza ritenere che il numero
quaranta indica, come si è detto, la stessa economia temporale. Forse per questo
motivo il Signore ha digiunato quaranta giorni , alludendo all’indigenza di questo
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secolo, che è sottoposto alla mutazione dei corpi e al tempo; e, dopo la
risurrezione, è rimasto quaranta giorni con i discepoli mostrando loro, credo,
questa stessa economia temporale che egli ha realizzato a nostra salvezza. Ora il
numero quaranta, computate le parti che lo compongono, arriva al numero
cinquanta, offrendo la stessa lezione, poiché le parti stesse che lo compongono
sono uguali tra loro. Infatti l’azione corporale e visibile nel tempo, compiuta con
giustizia, assicura all’uomo la perfezione: perfezione indicata, come si è detto, dal
numero dieci. Anche il numero quaranta, sommando le sue parti uguali dà origine
al numero dieci e così si arriva, come si è detto prima, al numero cinquanta. L’uno
è contenuto quaranta volte nel numero quaranta, il due venti volte, il quattro dieci
volte, il cinque otto volte, l’otto cinque volte, il dieci quattro volte, il venti due
volte: sommati insieme fanno cinquanta. Nessun altro numero può infatti dividere
in parti uguali il numero quaranta, all’infuori di questi che abbiamo elencati e che,
sommati, abbiamo portato al numero cinquanta. Passati dunque quaranta giorni
con i suoi discepoli dopo la risurrezione, cioè affidando loro quanto era stato
compiuto per noi nel tempo, salì al cielo e, dieci giorni dopo, inviò lo Spirito Santo
52 per elevare spiritualmente, ad intendere le cose spirituali, coloro che avevano
creduto alle cose visibili e temporali. Con quei dieci giorni, dopo i quali mandò lo
Spirito Santo, indicava la stessa perfezione che è conferita dallo Spirito Santo col
numero dieci, che il quaranta produce sommando le sue parti uguali e diventa
cinquanta. Allo stesso modo nell’economia temporale, amministrata con giustizia,
si giunge alla perfezione che indica il numero dieci, il quale, aggiunto al quaranta,
fa cinquanta. Poiché dunque la perfezione, operata dallo Spirito Santo mentre
camminiamo ancora nella carne, anche se non viviamo secondo la carne, è legata
alla stessa economia temporale, sembra giusto ritenere che il numero cinquanta
appartenga alla Chiesa ormai purificata e perfetta, che nella carità abbraccia la fede
nell’economia temporale e la speranza della futura eternità, unendo insieme, per
dire così, il numero quaranta al numero dieci. Ora questa Chiesa, a cui si applica il
numero cinquanta, sia perché è composta da tre categorie di uomini - Giudei,
Gentili e Cristiani carnali -, sia perché è consacrata dal sacramento della Trinità,
moltiplicando per tre il numero che la indica si arriva a centocinquanta. Infatti
cinquanta per tre fa centocinquanta. Se a questo aggiungi tre, poiché deve essere