Page 39 - Vita di Antonio
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gani a uscire dai posti di lavoro per partecipare ai loro raduni e così insieme
                  facevano quel che volevano sugli altari. Allora noi tutti capimmo che i calci dei
                  muli, presagiti da Antonio, rappresentavano quelle cose che ora gli ariani fanno
                  come bestie.
                  Quando ebbe questa visione, Antonio consolò i presenti e disse loro: «Figli, non
                  perdetevi  d’animo.  Come  ora  il  Signore  è  adirato,  così  poi  provvederà  alla
                  guarigione. La chiesa presto riacquisterà la sua bellezza e risplenderà secondo il
                  suo solito; vedrete i perseguitati ritornare, l’empietà rinchiudersi nella propria
                  tana  e  la  fede  cristiana  in  piena  libertà  sarà  proclamata  da  per  tutto.
                  Preoccupatevi,  però,  di  non  lasciarvi  contaminare  dagli  ariani.  Il  loro  non  è
                  l’insegnamento degli Apostoli, ma dei demoni e del padre di questi, il diavolo; è
                  un  insegnamento  infecondo,  assurdo,  di  una  mente  non  retta,  simile
                  all’irrazionalità dei muli».


                  83.  Queste  le  parole  di  Antonio.  E  noi  dobbiamo  aver  fede  se  prodigi  simili
                  siano avvenuti grazie a un uomo. C’è infatti la promessa del Salvatore che dice:
                  «Se  avrete  fede  pari  a  un  granellino  di  senapa,  potrete  dire  a  questo  monte:
                  spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile» (Mt 17,20).
                  E ancora: «In verità, in verità vi dico, se chiederete qualche cosa al Padre nel
                  mio  nome,  egli  ve  la  darà.  Chiedete  e  otterrete»  (Gv  16,23-24).  E  lo  stesso
                  Salvatore  ai  suoi  discepoli  e  a  quanti  credevano  in  lui  diceva:  «Guarite  gli
                  infermi, cacciate  i demoni. Gratuitamente  avete  ricevuto, gratuitamente  date»
                  (Mt 10,8).


                  84. Quando Antonio curava i malati non dava ordini, ma pregava e nominava
                  Cristo in modo che tutti potessero capire che non era lui a fare certe cose, ma il
                  Signore che, per mezzo suo, dimostrando amore per gli uomini, sanava gli in-
                  fermi.  Antonio,  stando  sul  monte,  si  preoccupava  soltanto  della  preghiera  e
                  della pratica ascetica e godeva delle visioni delle cose divine. Si rattristava però
                  quando era molestato da molti ed era costretto a uscire dal luogo interno del
                  monte. Anche i giudici lo pregavano di scendere giù dal monte perché essi non
                  potevano recarsi da lui a causa degli imputati che li seguivano. Lo pregavano
                  perché egli scendesse e si facesse soltanto vedere. Ma egli, tenendosi in disparte,
                  si rifiutava di scendere da loro. E quelli insistevano e gli mandavano avanti gli
                  imputati, che erano custoditi da soldati, chiedendo che scendesse almeno per
                  quelli.  Costretto  dalla  circostanza  e  vedendo  i  condannati  che  gemevano,
                  Antonio si portò sulla parte esterna del monte. La sua fatica non fu inutile: il
                  suo arrivo, infatti, portò benefici e vantaggi a molti. Agli stessi giudici giovò poi
                  moltissimo.  Li  esortava  ad  anteporre  la  giustizia  a  tutto,  a  temere  Dio,  a
                  ricordarsi che sarebbero stati giudicati con la stessa misura con cui giudicavano
                  (Mt 7,1-2). Antonio, però, amava quella sua dimora sul monte più di ogni altra
                  cosa.
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