Page 7 - Spiegazione del Credo
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Dio  pertanto  è  detto  onnipotente  perché  esercita  il  dominio  su  tutte  le cose.  Ma  tale
                  dominio il Padre esercita per mezzo del Figlio, secondo quanto dice anche l’Apostolo:
                  «Perché per suo mezzo sono state create tutte le cose, visibili e invisibili: sia i troni sia
                  le dominazioni sia i principati sia le potenze» (Col 1, 16). E di nuovo, scrivendo agli
                  Ebrei, dice: «Per suo mezzo stabilì i secoli, e lui ha costituito erede di tutte le cose» (Eb
                  1, 2). Che se per mezzo del Figlio il Padre ha stabilito i secoli e per suo mezzo sono
                  state create tutte le cose ed egli è l’erede di tutte le cose, è anche per suo mezzo che il
                  Padre esercita il dominio su tutte le cose. Infatti, come la luce deriva dalla luce e la
                  verità  dalla  verità,  così  dall’onnipotente  è  nato  l’onnipotente,  secondo  quanto  anche
                  nell’Apocalisse di Giovanni è detto dei Serafini: «E non si fermavano mai notte e giorno
                  dicendo: Santo santo santo il Signore Dio, che era e che è e che verrà onnipotente» (Ap
                  4, 8). È definito onnipotente colui che verrà: e chi altro è colui che verrà se non Gesù
                  Cristo il Figlio di Dio?
                  Qui  è  aggiunto  nel  Simbolo:  invisibile  e  impassibile.  È  bene  sapere  che  queste  due
                  parole non si trovano nel Simbolo della Chiesa di Roma. Ma sappiamo che presso di noi
                  sono state aggiunte a causa dell’eresia di Sabellio, cioè quella che i Latini definiscono
                  Patripassiana, in quanto afferma che proprio il Padre è nato dalla Vergine e sostiene che
                  egli si è fatto visibile e ha patito nella carne. Pertanto, al fine di respingere tale empietà
                  riguardo al Padre, i nostri predecessori hanno aggiunto tali parole ed hanno definito il
                  Padre invisibile e impassibile. Sappiamo infatti che il Figlio, non il Padre, è nato nella
                  carne e in forza della nascita carnale il Figlio è diventato visibile e passibile. Ma per
                  quanto attiene alla sostanza immortale della divinità che per lui è una sola e la stessa del
                  Padre, in tal senso non crediamo visibile e passibile né il Padre né il Figlio né lo Spirito
                  Santo. In quanto poi il Figlio si è degnato di assumere la carne, egli nella carne è stato
                  visto ed ha patito. Tutto ciò anche il profeta aveva predetto con queste parole: «Questo è
                  il nostro Dio: e nessun altro sarà ritenuto tale a confronto con lui. Ha trovato ogni via di
                  conoscenza e l’ha data a Giacobbe suo figlio e ad Israele suo diletto. Dopo è apparso in
                  terra e si è trattenuto fra gli uomini» (Bar 3, 36-38).
                  6. Il Simbolo continua così: e in Gesù Cristo unico Figlio suo nostro Signore. Gesù è
                  parola di lingua ebraica, che presso di noi significa salvatore. Cristo prende nome dal
                  crisma, cioè dall’unzione. Leggiamo nei libri di Mosè che Ause figlio di Nave, allorché
                  fu eletto capo del popolo, mutato nome da Ause fu chiamato Gesù (Num 13, 16), e ciò
                  fu al fine di dimostrare che questo è il nome che si addice ai principi e ai capi, almeno a
                  quelli che traggono a salvezza i popoli che li seguono. Perciò fu chiamato Gesù quello
                  che  introdusse  nella  terra  promessa  il  popolo  che  era  stato  tratto  fuori  dalla  terra
                  d’Egitto ed era stato liberato dalle peregrinazioni nel deserto: ed è chiamato Gesù questi
                  che, tratto fuori il popolo  dalle tenebre dell’ignoranza e richiamatolo  dagli errori  del
                  mondo, lo introduce nel regno dei cieli. Cristo poi è nome che è proprio del pontefice e
                  dei re: infatti anticamente i pontefici e i re venivano consacrati con l’atto dell’unzione.
                  Ma  quelli,  in  quanto  mortali  e  corruttibili,  venivano  unti  con  l’unzione  di  materia
                  corruttibile; invece questo, unto dallo Spirito Santo, diventa Cristo, come di lui dice la
                  Scrittura: «Il Padre lo ha unto con lo Spirito Santo inviato dal Cielo» (At 10, 38); ed
                  Isaia aveva prefigurato, parlando in persona del Figlio: «Lo Spirito del Signore è sopra
                  di me: perciò mi ha unto e mi ha mandato a predicare la buona novella ai poveri» (Is 61,
                  1).
                  Poiché abbiamo spiegato che cosa significhi Gesù, cioè colui che salva il popolo, e che
                  cosa significhi Cristo, cioè colui ch’è stato fatto pontefice in eterno, (Eb 6, 20), da ciò
                  che  segue  vediamo  riguardo  a  chi  sono  detti  questi  nomi:  Unico  Figlio  suo  nostro


                  RUFINO DI AQUILEA – Spiegazione del Simbolo                                   pag. 5 di 27
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