Page 3 - Spiegazione del Credo
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Rufino di Aquileia
SPIEGAZIONE DEL SIMBOLO
1. Il mio animo, o fedelissimo papa Lorenzo, non tanto è riluttante a scrivere quanto
neppure capace, ed io so che non è senza pericolo presentare al giudizio di molti un
ingegno di modesta capacità. Ma, per dirla col tuo permesso, temerariamente tu mi
forzi, in nome dei sacramenti di Cristo che noi riceviamo con la massima reverenza, a
scrivere per te qualcosa sulla fede secondo la tradizione e l’interpretazione del Simbolo:
perciò, anche se il peso della tua imposizione è al di sopra delle nostre capacità (non
ignoro infatti le parole dei sapienti che molto giustamente affermano esser pericoloso
dire di Dio anche cose vere), tuttavia se tu aiuterai con la preghiera l’obbligo derivante
dalla richiesta che imponi, cercheremo di dire qualcosa più per rispetto di obbedienza
che per presunzione d’ingegno; e questa esposizione non tanto sarà degna delle
meditazioni dei perfetti quanto sarà adattata all’ascolto di coloro che sono piccoli in
Cristo e si iniziano alla fede.
So che alcuni illustri scrittori hanno scritto su questo argomento brevemente e in modo
ortodosso. Invece l’eretico Fotino ha scritto in proposito non per chiarire agli ascoltatori
il significato delle parole (del Simbolo) ma per trarre a sostegno della sua dottrina ciò
ch’era stato detto in forma semplice e conforme alla fede, dato che lo Spirito Santo
aveva provveduto che in queste parole non vi fosse alcunché di ambiguo, di oscuro, di
discordante col resto del discorso.
Infatti proprio a proposito di questo testo si realizza la profezia che dice: «È parola
infatti che conclude con brevità ed equità, poiché il Signore parlerà con poche parole
sulla terra» (Is. 10, 23; Rom. 9, 28). Perciò noi cercheremo sia di conservare la
semplicità propria delle parole degli apostoli sia di completare ciò che è stato tralasciato
dai precedenti interpreti. Ma perché diventi più chiaro il significato di questo testo che è
– come abbiamo detto – di poche parole, esporrò dall’origine il motivo per cui questa
tradizione è stata data alle Chiese.
2. Come tramandano i nostri predecessori (At 2, 14), dopo l’ascensione del Signore,
quando per la venuta dello Spirito Santo sopra ad ognuno degli apostoli si posarono
lingue di fuoco perché essi parlassero con diversi e svariati linguaggi sì che nessuna
gente straniera, nessuna lingua barbara sembrasse loro inaccessibile e preclusa, fu loro
comandato di partire alla volta di ogni singola nazione per predicare la parola di Dio (At
1, 5). Sul punto di partire e di separarsi gli uni dagli altri, stabiliscono in comune la
norma della loro futura predicazione, perché non avvenisse che, allontanandosi gli uni
dagli altri, comunicassero qualcosa di diverso a coloro che invitavano ad abbracciare la
fede di Cristo. Perciò stando tutti insieme e ripieni di Spirito Santo, mettendo insieme
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