Page 5 - Spiegazione del Credo
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Innanzitutto è posta la parola Credo, come dice anche l’apostolo Paolo scrivendo agli
Ebrei: «È necessario infatti che prima di tutto colui che si accosta a Dio creda che
quello esiste e ricompensa quanti credono in lui» (Eb 11, 6). E il profeta afferma: «Se
non avrete creduto, neppure comprenderete» (Is 7, 9). Al fine perciò che ti si apra
l’accesso alla comprensione, giustamente tu prima di tutto affermi di credere, perché
nessuno sale sulla nave e affida la propria vita al mare profondo se prima non crede di
potersi salvare; né il contadino seppellisce i semi nei solchi e sparge in terra la biada, se
non avrà creduto che verranno le piogge e ci sarà anche il calore del sole, sì che la terra
nutrita e riscaldata produrrà abbondante messe e la farà crescere con lo spirare dei venti.
Non c’è insomma alcuna azione che si possa compiere in vita se non avrà preceduto il
credere. E allora che c’è da meravigliarsi se accostandoci a Dio innanzitutto noi
affermiamo di credere, là dove senza di questo non si può vivere neppure la vita di tutti
i giorni? Abbiamo premesso all’inizio queste considerazioni, perché i pagani son soliti
obiettarci che la nostra religione, in quanto priva di fondamento razionale, si fonda
soltanto sulla forza di persuasione che deriva dal credere. Perciò abbiamo dimostrato
che nulla può esser fatto o può sussistere se non avrà preceduto la forza del credere.
Infatti anche i matrimoni vengono fatti perché si crede che nasceranno i figli; e i giovani
sono mandati a scuola ad apprendere le varie discipline perché si crede che la scienza
del maestro si trasfonderà nei discepoli; e uno prende le insegne del potere perché crede
che gli ubbidiranno città e popoli e anche l’esercito in armi. Che, se nessuno intraprende
tutte queste azioni se prima non avrà creduto che esse potranno realizzarsi, perché mai
ben più a ragione non si dovrebbe giungere alla conoscenza di Dio per mezzo del
credere? Ma vediamo ormai che cosa ci proponga il Simbolo col suo testo abbreviato.
4. Credo in Dio Padre onnipotente. Quasi tutte le Chiese d’Oriente tramandano così:
Credo in un solo Dio Padre onnipotente. E ancora, nella frase che segue, dove noi
diciamo: e in Gesù Cristo, unico Figlio suo, nostro Signore, gli orientali tramandano: e
in un solo Signore nostro Gesù Cristo, unico Figlio suo, cioè professano un solo Dio e
un solo Signore, secondo l’autorità dell’apostolo Paolo (1Cor 8, 6). Ma questo punto lo
riprenderemo appresso; ora invece esaminiamo l’espressione in Dio Padre onnipotente.
Dio, secondo quanto può pensare la mente dell’uomo, è definizione di quella natura o
sostanza che è al di sopra di tutto. Padre è parola che racchiude un mistero profondo e
indicibile. Quando senti nominare Dio, intendi una sostanza senza inizio e senza fine,
semplice e senza alcuna mescolanza, invisibile incorporea indicibile incomprensibile,
nella quale nulla c’è di aggiunto, nulla di creato. Non ha infatti creatore colui che è il
creatore di tutte le cose. Quando senti nominare il Padre, intendi il Padre del Figlio, il
quale Figlio è immagine della suddetta sostanza (Eb 1, 3; Col 1, 15). Come infatti
nessuno è detto signore se non ha un possedimento o un servo su cui esercita il dominio,
e come nessuno è detto maestro se non ha un discepolo, così anche un padre in nessun
modo può essere definito tale se non ha un figlio. Perciò con lo stesso nome con cui Dio
è definito Padre si dimostra che anche il Figlio deve parimenti sussistere col Padre.
In che modo poi Dio Padre abbia generato il Figlio, non voglio che tu lo esamini né che
con troppa curiosità ti introduca nel mistero di questa profondità: c’è infatti pericolo
che, mentre scruti con troppa insistenza lo splendore della luce inaccessibile, tu venga a
perdere anche quella modesta capacità visiva che per dono divino è stata data ai mortali
(Prov 25, 27). Che se poi tu credi che su questo argomento bisogna sforzarsi in ogni
modo di comprendere, proponiti prima alla mente le realtà che sono alla nostra portata:
se riuscirai a spiegarle coerentemente, allora spingiti dalle realtà terrestri a quelle
RUFINO DI AQUILEA – Spiegazione del Simbolo pag. 3 di 27