Page 4 - Spiegazione del Credo
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ciò che ognuno sentiva, compongono – come abbiamo detto – questa breve traccia della
                  loro futura predicazione, e stabiliscono di dare tale norma a quanti avrebbero creduto.
                  La  vollero  chiamare  simbolo  per  molte  e  motivate  ragioni.  Infatti  in  greco  la  parola
                  simbolo significa indizio e apporto collettivo, cioè ciò che più persone mettono insieme:
                  infatti proprio questo fecero gli apostoli in quei loro discorsi, mettendo insieme ciò che
                  ognuno sentiva. È detto poi indizio e segno perché in quel tempo, come dice l’apostolo
                  Paolo ed è riferito negli Atti degli apostoli (2Cor 11, 13; At 15, 1; Rom 16, 18). molti
                  dei Giudei circoncisi fingevano di essere apostoli di Cristo e per guadagno e ingordigia
                  partivano a predicare, nominando, sì, Cristo ma annunziandolo non secondo le schiette
                  linee della tradizione. Perciò essi stabilirono questo segno, al fine che si riconoscesse
                  colui che annunziava Cristo veramente secondo le norme apostoliche. Dicono infine che
                  anche nelle  guerre civili viene osservata tale usanza:  poiché uguale è la foggia delle
                  armi e medesimo il suono della voce e uno solo il modo di vivere e uguali le norme del
                  combattere, ognuno dei generali dà ai suoi soldati simboli che sono tenuti segreti, che in
                  latino sono definiti segni (signa) e indizi (indicia): in tal modo, se per caso ci si imbatte
                  in qualcuno di cui non si è sicuri, questi interrogato sul simbolo, rivela se sia nemico o
                  amico.
                  Stabilirono infine che tali norme non fossero trascritte su fogli di qualsiasi genere bensì
                  fossero ritenute a memoria, perché fosse certo che nessuno le avrebbe apprese da un
                  testo scritto, che talvolta può anche venire nelle mani di chi non è credente, e che invece
                  tutti le avrebbero apprese dalla tradizione degli apostoli. Perciò, come abbiamo detto, al
                  momento di allontanarsi per andare a predicare, gli apostoli stabilirono questa norma
                  della  loro  concordia  e  della  loro  fede:  non  come  i  figli  di  Noè,  al  momento  di
                  allontanarsi gli uni dagli altri costruirono con mattoni cotti e catrame una torre la cui
                  cima toccasse il cielo (Gen 11, 1-9); ma con pietre vive e perle del Signore edificarono
                  una difesa della fede che potesse stare salda di fronte al nemico: né i venti l’avrebbero
                  spinta giù né i fiumi in piena l’avrebbero travolta né i turbini delle tempeste l’avrebbero
                  scossa (1Pt 2, 5; Mt 13, 45; 7, 27). Perciò bene a ragione i figli di Noè, che sul punto di
                  separarsi fra loro costruirono la torre della superbia, furono condannati a confondere le
                  loro lingue, perché nessuno potesse comprendere le parole del suo vicino; invece agli
                  apostoli,  che  costruivano  la  torre  della  fede,  è  stata  donata  la  conoscenza  di  tutte  le
                  lingue: così è stato dimostrato che quello era segno di peccato, questo invece segno di
                  fede.

                  3. Ma ormai è tempo che noi diciamo qualcosa anche proprio riguardo a questo tesoro,
                  in cui in primo luogo è presentata la fonte e origine di tutte le cose, con le parole: Credo
                  in  Dio  Padre  onnipotente.  Ma  prima  di  cominciare  a  trattare  proprio  del  significato
                  delle  parole,  ritengo  che  non  sia  fuor  di  luogo  rammentare  che  in  diverse  Chiese
                  troviamo che qualcosa è stato aggiunto a queste parole. Invece non consta che ciò sia
                  avvenuto nella Chiesa di Roma, ritengo perché di lì non ha tratto origine alcuna eresia e
                  vi  si  conserva  l’antica  usanza  che  coloro  i  quali  stanno  per  ricevere  la  grazia  del
                  battesimo ripetano il Simbolo pubblicamente, cioè mentre ascolta il popolo dei fedeli; e
                  per  certo  quelli  che  li  hanno  preceduti  nella  fede  e  stanno  ad  ascoltare  non
                  tollererebbero l’aggiunta di una sola parola. Invece in altri luoghi, per quanto è possibile
                  comprendere, a causa di alcuni eretici è stata aggiunta qualche parola, per mezzo della
                  quale si pensava di respingere il significato della nuova dottrina. Noi poi seguiamo la
                  norma che abbiamo ricevuto nella Chiesa di Aquileia con la grazia del battesimo.




                  RUFINO DI AQUILEA – Spiegazione del Simbolo                                   pag. 2 di 27
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