Page 33 - Rationale Divinorum Officiorum
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biamo avere in noi un altare per le nostre offerte, per non giungere al co-
                  spetto di Dio a mani vuote, come in questo brano dell’Ecclesiaste: «Non
                  apparirai alla presenza del tuo Dio a mani vuote». Dobbiamo anche avere una
                  tavola  per  la  refezione,  per  non  avere  cedimenti  improvvisi  durante  il
                  cammino come accade agli uomini a digiuno, secondo le parole del Van-
                  gelo: «Se li lascio ripartire a digiuno, essi verranno meno durante il cammino»
                  (Sal 33, Pr 31, Eccl 23, Mc 8); ci serve ancora un candeliere, che possede-
                  remo facendo del bene ed evitando di dimorare nell’ozio, come è scritto
                  nell’Ecclesiaste:  «L’ozio  ha  insegnato  agli  uomini  una  grane  malizia».  Cer-
                  chiamo quindi di possedere anche un’arca, per non essere come i figli di
                  Belial, ossia indisciplinati e senza giogo; infatti la disciplina è indispensa-
                  bile, come viene detto nel salmo: «Abbracciate la disciplina, per paura che un
                  giorno il Signore cada in collera e che voi non vi scostiate dal cammino della giu-
                  stizia».

                  XI. DELL’UMILTÀ

                  Edifica l’altare di cui abbiamo parlato, colui che orna interamente il suo
                  cuore di una vera umiltà e di altre virtù, cosa che fa dire a Gregorio: «Co-
                  lui che accumula le virtù senza l’umiltà rassomiglia a quello che, attraverso un
                  gran vento, porta della polvere nella sua mano aperta».

                  XII. DEL FUOCO DELLA CARITÀ

                  Dunque, per altare bisogna intendere il nostro cuore; e il cuore si trova al
                  centro del corpo come l’altare è al centro della chiesa. A proposito di que-
                  sto argomento il Signore dà questo ordine nel Levitico:  «Il fuoco brucerà
                  sempre sul mio altare». Il fuoco è la carità, l’altare un cuore puro. Il fuoco
                  brucerà sempre sull’altare, perché la carità sarà sempre ardente nel nostro
                  cuore. Ecco perché Salomone dice nel Cantico dei cantici (Sal 2, Lev 6, Ct
                  8): «Le grandi acque non saprebbero spegnere la carità (ossia l’amore), perché es-
                  sa brucia sempre, e la sua fiamma è inestinguibile». Voi dunque, secondo le
                  parole del profeta: «Passate il giorno della gioia nella riunione e nei pasti, vici-
                  no all’altare; perché i ricordi, anche i più deboli, che ne avrete poi, faranno di tut-
                  ta la vostra vita un giorno di festa».

                  XIII. LA VIA DELLA CARITÀ

                  Parlando  di  questo,  l’apostolo  ci  dice  e  ci  mostra  che  la  più  eccellente
                  strada per arrivare alla perfezione è la carità, perché essa è al di sopra di
                  tutte le virtù e chiunque la possiede le possiede tutte; si tratta, in breve, di
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