Page 26 - Rationale Divinorum Officiorum
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in cui essa medita i soli beni celesti. In questo chiostro si trovano quattro
                  mura che sono il disprezzo di se stessi, il disprezzo del mondo, l’amore
                  del prossimo e l’amore di Dio. E ogni angolo ha la sua fila di colonne. In-
                  fatti  il  disprezzo  di  se  stessi  è  seguito  dall’umiliazione  dell’anima,
                  dall’afflizione della carne, dall’umiltà nei discorsi e altre cose simili. La
                  base di ogni colonna è la pazienza. In questo chiostro la diversità delle
                  dimore è quella delle virtù.
                  Il capitolo è il segreto del cuore. Il refettorio è l’amore della santa medita-
                  zione. La cantina rappresenta la santa Scrittura. Il dormitorio, la coscienza
                  pura. L’oratorio la vita senza macchia. Il giardino, coltivato ad alberi ed
                  erbe,  rappresenta  il  grande  numero  di  virtù;  il  pozzo  di  acque  vive,
                  l’abbondanza dei doni che placano quaggiù la sete e che, nella vita futura,
                  ne estingueranno interamente gli ardori.

                  XLIV. DELLE SEDI EPISCOPALI

                  Per  quanto  riguarda  le  sedi  episcopali  che,  secondo  la  disposizione  del
                  beato Pietro, sono consacrate fin dai tempi più remoti in ogni città, esse
                  sono state dedicate dalla devozione degli anziani non alla memoria dei
                  confessori, ma all’onore degli apostoli e dei martiri, e principalmente del-
                  la beata Vergine Maria.

                  XLV. DELLA RIUNIONE NELLA CHIESA

                  Del resto, ecco perché noi ci riuniamo nella chiesa, allo scopo di chiedere
                  perdono a Dio per i nostri errori e di applicarci assiduamente a cantare le
                  lodi del Signore, per intendervi le buone e le cattive sentenze del Vange-
                  lo, e per imparare a conoscere Dio, infine per mangiarvi il corpo del Si-
                  gnore.

                  XLVI. DEGLI UOMINI E DELLE DONNE NELLA CHIESA

                  Nell’assemblea della chiesa, le  donne  e  gli uomini sono separati  le  une
                  dagli altri, e  Beda ci insegna che questa  pratica arriva da un antico co-
                  stume degli ebrei: per questo Giuseppe e Maria persero il divino Fanciul-
                  lo, perché ciascuno di loro pensò che il Fanciullo che non vedeva con sé
                  fosse  con  l’altro.  La  causa  di  questa  separazione  è  che,  se  la  carne
                  dell’uomo e della donna fossero unite più da vicino, i loro corpi sarebbero

                  infiammati dalla lussuria. Ecco perché, quando noi dobbiamo piangere in
                  quel luogo i nostri peccati, è necessario evitare ciò che può servire loro di
                  alimento e dobbiamo impedirci di pensare alle soddisfazioni della carne;
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