Page 23 - Rationale Divinorum Officiorum
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Il pulpito posto nella chiesa è la vita degli uomini perfetti, e lo si chiama
così, per intendere in qualche maniera, un pulpito pubblico o posto in un
luogo pubblico ed esposto agli sguardi di tutti. In effetti, noi leggiamo
queste parole nei Paralipomeni: «Salomone fece una tribuna di bronzo, la pose
al centro del tempio, e restando in piedi e allungando la mano, parlava al popolo
di Dio» (Eccl 3, 2, Esd 8). Anche Esdra costruì un gradino di legno per par-
larci, e quando vi saliva sopra egli era innalzato al di sopra di tutto il po-
polo.
XXXIV. DELL’AMBONE
Si dà a questo pulpito il nome di analogium, perché vi si legge e si annun-
cia la parola di Dio, difatti logos in greco significa la parola o la regola; lo
si chiama anche ambone (ambo) da ambiendo (circondare), visto che esso
circonda come con una cintura chi vi sale sopra.
XXXV. DELL’OROLOGIO
L’orologio (horologium) sul quale si leggono e si contano le ore (horae le-
guntur), rappresenta la premura e la cura che i sacerdoti devono avere nel
dire le Ore canoniche al tempo prestabilito, secondo questo passo: «Sette
volte per giorno io ti loderò, Signore» (Sal 18).
XXXVI. DELLE TEGOLE DEL TETTO
Le tegole del tetto che impediscono alla pioggia di penetrare nell’edificio
sacro sono i soldati e i cavalieri che proteggono e difendono la Chiesa dai
pagani e dagli attacchi dei nemici della fede.
XXXVII. DELLA SCALA
La spirale della scala a chiocciola, costruita sull’esempio di quella del
tempio di Salomone, è il sentiero che striscia attorno ai muri della chiesa
attraverso cui si conosce, senza essere visto da nessuno, il segreto di tutti i
misteri dell’edificio spirituale, la cui la rivelazione non appartiene che a
coloro che si elevano fino al cielo, attraverso la meditazione dei suoi beni.
Si parlerà nel capitolo successivo dei gradini che portano all’altare.
XXXVIII. DELLA SACRESTIA