Page 13 - Rationale Divinorum Officiorum
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queste parole del profeta: «Per sostituire i tuoi antenati, i tuoi figli sono nati».
                  In alcuni casi assume il nome di Vedova, giacché, a causa delle afflizioni
                  che pesano su di lei, essa si veste a lutto e, come Rachele, è inconsolabile;
                  altre volte viene rappresentata nelle vesti di una cortigiana (Meretrix), a
                  causa della Chiesa riunita fra le nazioni, ma anche perché essa non nega il
                  proprio seno a nessuno di quelli che si rivolgono a lei. Altre volte ancora
                  viene chiamata Città, per la comunione dei santi, i suoi cittadini, e si dice
                  anche essa sia guarnita di mura, a causa del baluardo delle Scritture, di
                  cui essa si serve per respingere gli attacchi degli eretici; infine essa è fatta
                  di pietre e di legni di diversa specie, poiché i mestieri di ciascuno dei suoi
                  abitanti sono differenti, come si dirà presto. Tutto quello che la sinagoga
                  ha ricevuto attraverso la legge, la Chiesa lo riceve ora per la grazia di Cri-
                  sto, di cui è Sposa, e lo cambia in meglio con l’uso che essa ne fa. Sicura-
                  mente l’istituzione e il piano di un oratorio o di una chiesa non sono nuo-
                  vi, visto che il Signore ordinò a Mosè (Sal 11, Ger 31, Es 25), sul monte Si-
                  nai, di costruire un tabernacolo con delle stoffe meravigliosamente intes-
                  sute e ricamate, e gli prescrisse di dividerlo con una cortina interposta in
                  due parti, la prima delle quali, dove il popolo sacrificava, fu chiamata il
                  santo, mentre l’interno, dove il prete e i leviti compivano il loro ufficio, fu
                  detto il Santo dei santi.

                  V. DEL TABERNACOLO

                  Dopo che questo tabernacolo fu usato per lunghissimi anni e venne, in
                  qualche maniera, consumato dalla vecchiaia, il Signore ordinò di costrui-
                  re un tempio, che Salomone edificò in un modo e con un lavoro meravi-
                  glioso; e vi si riconoscevano due parti, come nel tabernacolo. È da uno e
                  dall’altro, cioè dal tabernacolo e dal tempio, che la nostra chiesa materiale
                  ha preso la sua forma. Nella sua parte anteriore, il popolo ascolta e prega,
                  mentre nel santuario, il clero prega, predica, canta e amministra le cose
                  sante.

                  VI. DIO NEL TABERNACOLO

                  Il  tabernacolo  che  fu  costruito  durante  il  viaggio  di  Israele  rappresenta
                  l’immagine del mondo che passa con la sua concupiscenza. È un fatto cer-
                  to che i quattro colori delle cortine dell’uno e dell’altro rivelino come il
                  mondo sia composto di quattro elementi. Dunque, Dio nel tabernacolo è

                  Dio nel mondo, come nel tempio arrossato dal sangue di Cristo (Eb 13); e
                  il tabernacolo offre chiaramente il tipo della Chiesa militante, che non ha
                  quaggiù una città permanente, ma che cerca la città futura e per questo
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