Page 64 - Prediche di Meister Eckhart
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Proprio qui ho detto una volta, ed è vero: Se l’uomo si appropria o prende
                  qualcosa  di  esteriore  a  se  stesso,  non  è  bene.  Non  si  deve  cogliere  o
                  considerare Dio come esterno a noi stessi, ma come nostro bene proprio e
                  come cosa che è in noi stessi; non si deve neppure servire od agire in vista
                  di un perché: né per Dio, né per il proprio onore, né per qualsiasi altra cosa
                  fuori di sé, ma soltanto per ciò che è in sé suo essere proprio e sua propria
                  vita. Molte persone semplici si immaginano che devono considerare Dio
                  come  lassù,  e  loro  quaggiù.  Non  è  così.  Io  e  Dio  siamo  uno.  Con  la
                  conoscenza accolgo Dio in me, con l’amore penetro in lui. Alcuni dicono
                  che la beatitudine non risiede nella conoscenza ma solo nella volontà. Essi
                  hanno torto, infatti se risiedesse solo nella volontà, non vi sarebbe unità.
                  Agire e divenire sono una cosa sola. Quando il falegname non lavora, la
                  casa non si fa. Quando la scure non agisce, anche il divenire è fermo. Dio
                  ed io siamo uno in questa operazione: egli opera ed io divengo. Il fuoco
                  trasforma in sé ciò che gli è portato, che diventa sua natura. Non è il legno
                  che trasforma in sé il fuoco, ma il fuoco che trasforma in sé il legno. Nello
                  stesso modo noi siamo trasformati in Dio, in guisa tale che lo conosceremo
                  come egli è. San Paolo dice: Così lo conosceremo, io lo conoscerò come lui
                  mi conoscerà, né più né meno, assolutamente nello stesso modo. I giusti
                  vivranno  eternamente,  e  la  loro  ricompensa  è  accanto  a  Dio,  del  tutto
                  simile.


                  Che  Dio  ci  aiuti  ad  amare  la  giustizia  in  se  stessa  e  Dio  senza  perché.
                  Amen.





                  In diebus suis placuit deo et inventus est iustus

                  Questa parola che ho pronunciato in latino è scritta nella Epistola, e la si
                  può  dire  di  un  santo  confessore;  essa  significa:  Nei  suoi  giorni  è  stato
                  interiormente trovato giusto, è piaciuto a Dio nei suoi giorni. Ha trovato la
                  giustizia nel suo interno. Il mio corpo è più nella mia anima di quanto la
                  mia anima sia nel mio corpo. Il mio corpo e la mia anima sono più in Dio di
                  quanto siano in loro stessi, ed ecco cosa è la giustizia: la causa di tutte le
                  cose, nella verità. Come dice sant’Agostino, Dio è più vicino all’anima di
                  quanto essa lo sia a se stessa. La vicinanza tra Dio e l’anima non conosce
                  distinzione, in verità. La conoscenza con cui Dio si conosce interiormente è
                  la  conoscenza  di  ogni  spirito  distaccato,  e  non  altra.  L’anima  prende  il
                  proprio essere direttamente da Dio, e perciò Dio è più vicino all’anima di
                  quanto essa lo sia a se stessa, e perciò Dio è nel fondo dell’anima con tutta
                  la sua Divinità.



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