Page 61 - Prediche di Meister Eckhart
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che il suo onore è loro più caro della propria beatitudine. Ma non solo gli
                  angeli e i santi: Dio stesso ne prova una gioia tanto grande, come se in ciò
                  stesse  la  propria  beatitudine,  e  vi  è  legato  il  suo  essere,  la  sua
                  soddisfazione,  il  suo  piacere.  Notatelo  bene,  dunque!  Se  non  volessimo
                  servire  Dio  per  nessuna  altra  ragione  che  la  grande  gioia  che  provano
                  quelli  che  sono  nella  vita  eterna,  e  Dio  stesso,  potremmo  farlo  di  buon
                  grado e con tutto il nostro impegno.


                  Si deve anche portare il nostro aiuto a quelli che sono nel purgatorio, e a
                  quelli che sono ancora in vita.


                  Un uomo cosiffatto è giusto in un senso, ed in un altro senso lo sono quelli
                  che accolgono da Dio tutte le cose, qualsiasi siano, nello stesso modo - si
                  tratti di cosa grande o piccola, piacevole o fastidiosa -, sempre nello stesso
                  modo, una cosa come un’altra, né più né meno. Se pensi che una cosa sia
                  più di un’altra, sbagli. Devi del tutto spogliarti della tua propria volontà.


                  Di recente ho avuto questo pensiero: se Dio non volesse come me, io vorrei
                  comunque  come  lui.  Molti  vogliono  avere  in  ogni  cosa  una  propria
                  volontà,  ma  questo  è  male,  insozza  le  cose.  Altri  si  comportano  un  po’
                  meglio,  vogliono  quel  che  Dio  vuole,  non  vogliono  nulla  contro  la  sua
                  volontà, e, se fossero malati, vorrebbero che fosse volontà di Dio il loro
                  esser sani. Così costoro vogliono che Dio voglia secondo la loro volontà,
                  invece di volere secondo la sua. Si può ammetterlo, ma non è bene. I giusti
                  non hanno assolutamente volontà propria: quel che Dio vuole è per essi
                  del tutto uguale, per quanto grande sia il disagio.


                  I giusti prendono la giustizia tanto sul serio, che, se Dio non fosse giusto,
                  non gli darebbero più importanza che a un fagiolo, e sono così saldamente
                  radicati  nella  giustizia  e  tanto  usciti  da  se  stessi,  che  non  danno
                  importanza  né  alle  pene  dell’inferno  né  alle  gioie  del  paradiso,  né  a
                  qualsiasi  altra  cosa.  Sì,  se  tutti  i  tormenti  di  quelli  che  sono  all’inferno,
                  uomini o demoni, o tutti i tormenti che mai furono e saranno sulla terra,
                  fossero legati alla giustizia, essi non vi darebbero la minima importanza,
                  tanto fermamente tengono a Dio ed alla giustizia. Per l’uomo giusto niente
                  è più triste e doloroso di ciò che è contrario alla giustizia, ovvero di non
                  essere lo stesso in tutte le cose. Come può essere ciò? Se una cosa può farli
                  gioire ed un’altra rattristarli, essi non sono giusti; di più: se sono gioiosi in
                  un tempo, lo sono in ogni tempo; se sono piu gioiosi in un tempo e meno
                  in un altro, allora sono in torto. Chi ama la giustizia, le sta così saldamente
                  vicino  che  ciò  che  ama  è  il  suo  essere;  nulla  può  distoglierlo,  e  non  fa




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