Page 51 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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umana con tutti i suoi doni; lui l’ha fatto ricco, generoso, prodigo di sé stesso
verso tutti, secondo le necessità e i desideri di ciascuno.
Il Signore era umile, paziente, dolce e misericordioso, pieno di grazia e di
fedeltà, obbediente, abbandonato alla sua volontà, senza rimprovero; e si è
lasciato disprezzare e ripugnare lui stesso al di sotto di tutti gli uomini.
Prosternato in ginocchio, ha adorato suo Padre, poi si è abbandonato alla morte
per renderci felici e farci vivere con lui eternamente. È la nostra regola e lo
specchio secondo il quale noi dobbiamo vivere. La sua umanità è una fiaccola di
luce divina cha ha illuminato il cielo e la terra e che brillerà eternamente. Il suo
nome benedetto di Gesù era previsto, pronunciato e scelto, e l’angelo annunciò
alla Vergine Maria, sua madre, che sarebbe stato il Figlio di Dio e suo Figlio,
Dio e uomo in una sola persona. È così che ci è stato donato, per consacrarci la
sua vita, servirci ed insegnarci, riscattarci e liberarci con la sua morte,
purificarci infine dai nostri peccati nel suo sangue prezioso. Poi è salito al di
sopra di tutti i cieli, al di sopra di tutti i cori degli angeli e porta la corona, assiso
alla destra del Padre, assolutamente simile a lui per gloria e potenza. Davanti a
lui tutte le ginocchia si piegano, poiché lui è Signore di tutti i signori e Re di
tutti i re, e il suo regno non ha né fine né inizio.
Tuttavia esistono delle persone empie e insensate che pretendono di essere il
Cristo o lo stesso Dio. Non hanno quindi né saggezza, né grazia divina, né
potere, né virtù; sono invece destinati al fuoco dell’inferno. Poiché esiste un solo
Dio e un solo Cristo; e questo stesso Cristo è Dio e uomo, cosa che appartiene
solo a lui. Nell’ultimo giorno, quando lui giudicherà i buoni e i cattivi, costoro
vedranno che non sono che uomini condannati e non Dio. Che costoro non sono
il Cristo è quello che voglio dimostrarvi chiaramente.
L’umanità di Nostro Signore Gesù Cristo non ha, in effetti, sostentamento per se
stessa, poiché essa non è la sua propria personalità, come presso tutti gli altri
uomini, ma il Figlio di Dio è la sua ipostasi e la sua forma. Così essa è informata
attraverso Dio e l’unione ipostatica gli conferisce saggezza e potenza al di sopra
di tutto ciò che è inferiore a Dio. Assunta così da Dio, essa possiede dignità e
saggezza, santità e beatitudine, al di sopra di ogni creatura. E il Signore è il solo
erede del regno di Dio per natura e grazia, poiché il primo nato da suo Padre e
da sua madre, principe e capo di tutti i suoi fratelli. Ma, se lo vuole e se,
attraverso la sua grazia, noi ce ne rendiamo degni, ci farà partecipare alla sua
eredità e al regno di suo Padre. Poiché ci ha promesso, a patto che noi lo
serviamo, di essere là dove lui è, cioè in anima e in corpo nel palazzo della
gloria di Dio.
Così dunque noi saremo lì per l’eternità con lui, avendo ciascuno la nostra
propria gloria, rivestiti delle nostre opere, ornati e completi in virtù e in amore.
E Gesù ci mostrerà il suo volto glorioso più chiaro del sole, e ascolteremo la sua
amabile voce più dolce di ogni melodia. Saremo assisi al tavolo e ci servirà
come fa un nobile principe per la sua famiglia amata e i suoi amici scelti. Tutto
l’onore e tutta la gloria che egli ha ricevuto da suo Padre celeste ci sarà
trasmessa attraverso di lui, mentre noi gli augureremo più che a noi stessi. Ed è
questo che lui intendeva quando diceva: “Padre, voglio che tutto quello che mi