Page 48 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
P. 48
In più, questa stessa immagine di Dio che abbiamo ricevuto e che portiamo
nella nostra anima, è il Figlio di Dio e lo specchio eterno della saggezza divina,
dove siamo tutti viventi, impressi eternamente. Tuttavia noi non siamo la
Saggezza di Dio; poiché ci saremmo creati da soli, cosa che è impossibile e
contro la fede. Ma tutto ciò che noi siamo e che abbiamo ci viene da Dio e non
da noi stessi; ed anche se la nobiltà del nostro animo è grande, essa resta
nascosta al peccatore come anche a molti dei buoni. E tutto ciò che possiamo
conoscere nella luce naturale è imperfetto, senza gusto né sapore; poiché noi
non possiamo contemplare Dio né scoprire nella nostra anima il suo regno
senza l’aiuto della sua grazia e la nostra applicazione assidua al suo amore.
CAPITOLO DICIOTTESIMO
Circa la vita che si annienta nell’amore
È in Nostro Signore Gesù Cristo, come in uno specchio pienamente fedele, che
Dio si mostra a chi vuole, cioè a coloro che rinunciano a se stessi e obbediscono
alla sua grazia in tutte le circostanze, nell’agire o nell’astenersi e nel praticare
tutte le virtù. Per la fede, la speranza e la carità essi si elevano al di sopra di
tutte le loro opere fino allo sguardo puro dell’anima, che è l’occhio semplice
sempre aperto, al di sopra della ragione, nel profondo dell’intelligenza. Lì si
mostra la verità eterna che inonda il nostro sguardo puro, cioè l’occhio semplice
della nostra anima, di cui l’essenza, la vita e l’operazione consistono nel
contemplare, nel volare, nel correre e nel superare sempre il nostro essere
creato, senza guardare né indietro né avanti. Felici gli occhi che vedono e a cui
Dio mostra il suo regno e la sua gloria, che è lui stesso, poiché il nostro Padre
celeste vive nel regno della nostra anima come in lui stesso. Là, al di sopra della
nostra comprensione, in fondo alla nostra stessa intelligenza, lui ci dona la sua
luce incomprensibile.
E il Padre con il Figlio infondono in noi il loro amore insondabile che oltrepassa
volontà e fatica. La nostra volontà, la nostra buona volontà nell’intimo più
profondo, è la scintilla accesa, il movimento vivente dell’anima: il Padre vi
genera suo Figlio e il loro reciproco amore senza limiti vi scorre. Ma noi non
possiamo comprendere il lavoro di Dio e il nostro intelletto non può penetrarvi;
poiché tutte le nostre forze, con le loro opere, devono eclissarsi e sottomettersi
alla trasformazione di Dio. Lì noi siamo sotto l’azione e l’influenza
trasformatrici dello Spirito di Dio; lì noi siamo figli di Dio attraverso la grazia,
non per natura; diventiamo semplici. Poiché tutte le nostre capacità si
indeboliscono nelle loro opere, fondono e defluiscono di fronte all’amore eterno
di Dio. Ecco perché questa vita si chiama una vita annientata nell’amore.