Page 53 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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CAPITOLO VENTUNESIMO

                  Sulla  vera  contemplazione,  con  una  spiegazione  sulla  vita

                  superiore che è in noi

                    Ora elevate completamente la vostra anima e il vostro sguardo al di sopra di
                  tutti i cieli e di tutto ciò che è creato; poiché voglio mostrare la vita superiore
                  che è nascosta in noi e che racchiude la nostra più alta beatitudine. Ne ho già
                  parlato,  ma  senza  spiegare  in  modo  soddisfacente.  Se  in  precedenza  non  ho
                  proceduto  con  sufficiente  ordine,  lo  sapevo  e  l’ho  fatto  con  intenzione,
                  riservandomi  di  aggiungere  ora  quello  che  ho  omesso.  Guardate,  dunque,  e
                  comprendete,  voi tutti che siete  elevati nella luce  divina: io  non mi rivolgo a
                  nessun altro perché non può comprendermi.
                  La  vita  superiore  che  Dio  ha  stabilito  in  noi  può  considerarsi  di  quattro
                  maniere: in relazione alla sua natura, al suo esercizio, alla sua essenza e alla sua
                  superessenza.


                  CAPITOLO VENTIDUESIMO


                  Spiegazione della natura della vita

                  La natura della vita eterna che noi possediamo consiste per noi nell’essere nati
                  da Dio, e questa vita non è che una con Dio, essa viene da Dio in noi e ritorna
                  da noi in lui.
                  È con volontà, in effetti, che il nostro Padre celeste ci ha generato e eletto in suo
                  Figlio. Così siamo noi figli di Dio per la grazia e non per natura; poiché è nella
                  grazia di Dio che abbiamo una natura superiore ed una vita eterna; e nessuno
                  può percepirla né scoprirla senza la grazia. Ma se vogliamo percepire e scoprire
                  in noi questa vita eterna, dobbiamo per mezzo dell’amore e della fede elevarci
                  al di sopra della ragione fino alla semplicità dello sguardo. Là noi scopriremo
                  generata in noi la luce di Dio, cioè l’immagine stessa di Dio che ha trasformato
                  il  nostro  semplice  occhio:  nessun  altra  immagine  ci  può  entrare.  Tuttavia
                  possiamo conoscere in una luce pura tutto ciò che è al di sotto di Dio, se lui ce lo
                  vuole mostrare.
                  L’immagine di Dio è ricevuta attraverso lo sguardo di ciascuno, tutta intera e
                  senza  divisione,  essa  si  dona  tutta  a  ciascuno  e  resta  in  se  stessa  un  tutto
                  indivisibile. Quando noi la riceviamo è per essa che la conosciamo; ma quando
                  siamo rapiti e trasformati per la sua luce, noi ci dimentichiamo di noi stessi e
                  non facciamo più che una cosa sola con lei: così viviamo noi in essa e essa in
                  noi, benché noi restiamo sempre distinti nella sostanza e in natura.
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