Page 55 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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tutto ciò che può donare. L’anima, da parte sua, è ricca e generosa e non vuole
                  che donare tutto ciò che l’amore vorace desidera e reclama; ma essa non può
                  raggiungere lo scopo, poiché non è che un essere creato, che dimora fissa e non
                  si lascia espellere. Così malgrado tutto ciò che l’amore assorbe, divora, consuma
                  ed  esige  dall’anima,  al  di  là  delle  sue  forze,  e  benché  voglia  da  parte  sua
                  fondersi e annientarsi nell’amore, le occorre rimanere salda e non perire affatto.
                  L’amore di Dio, al contrario, è di una liberalità senza limiti; presenta e mostra
                  all’anima tutto ciò che è, volendosi donare liberamente. Da parte sua, l’anima
                  amorosa diventa vorace e avida, e aprendosi totalmente, spera di avere tutto ciò
                  che le è mostrato. Ma essa è creatura e non può né comprendere né abbracciare
                  completamente Dio. Ed è per questo che deve tendere, aspirare con tutte le sue
                  forze  e  restare  sempre  alterata  e  affamata.  Più  essa  si  tende  e  si  lancia  con
                  ardore, più vede che la ricchezza di Dio le sfugge, e questo si chiama correre
                  verso ciò che fugge sempre.
                  Vedete come è potere dell’amore di donare e di prendere, ed è questo esercitare
                  l’amore nella nostra vita superiore. Coloro che ne hanno esperienza sanno bene
                  che dico la verità.


                  CAPITOLO VENTIQUATTREESIMO
                  Sull’essenza della vita superiore

                  La terza considerazione che segue tratta dell’essenza della vita superiore, dove
                  noi siamo una sola cosa con Dio al di sopra di ogni esercizio dell’amore, nella
                  fruizione eterna. Non è affatto questione di agire o di patire, è una inoperosità
                  felice, qualche cosa che supera l’unione, l’unità con Dio, dove nessuno agisce se
                  non Dio. Perché la sua azione è lui stesso e la sua natura; e quando lui agisce,
                  restiamo, noi, inattivi, tutti trasformati e unificati nel suo amore, ma non una
                  sola cosa nella natura; poiché questo sarebbe essere Dio e non essere più noi,
                  cosa che è impossibile.
                  Ma al di sopra e al di fuori della ragione, riceviamo un chiaro sapere, dove non
                  c’è più distanza tra noi e Dio; abbiamo oltrepassato noi stessi e, al di sopra di
                  tutto  l’ordine  percepito,  siamo  trasportati  fuori  dallo  spirito  nel  suo  amore.
                  Allora non c’è più domanda né desiderio, niente da donare o da ricevere; ma è
                  solamente una essenza felice e inattiva, coronamento e ricompensa essenziale di
                  tutta la santità e di tutte le virtù.
                  Ed è questo che si augurava il nostro caro Signore Gesù Cristo quando diceva:
                  “Padre,  voglio  che  tutto  quello  che  mi  hai  donato  sia  una  sola  cosa  come  lo
                  siamo noi.” Indubbiamente non allo stesso modo, poiché è uno con suo Padre
                  nella natura, visto che lui è Dio; è uno anche con noi nella nostra natura, visto
                  che è uomo; vive in noi e noi in lui per mezzo della sua grazia e delle nostre
                  buone opere, e così lui è unito a noi e noi a lui.
                  Attraverso  la  sua  grazia  e  con  lui  noi  amiamo  e  ricerchiamo  il  nostro  Padre
                  celeste; questo amore e questa ricerca ci uniscono a lui, ma senza renderci una
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