Page 54 - Lo specchio dell’Eterna Salvezza
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La luce di Dio che noi vediamo in noi non ha né inizio né fine, né tempo né
                  luogo, né cammino né sentiero, né forme né figura né colore. Essa ci abbraccia,
                  ci  afferra  e  ci  penetra  completamente  e  tiene  ben  aperto  l’occhio  che  ha  reso
                  semplice; resta così per sempre e noi non possiamo più fermarlo.
                  Tale è la prima considerazione, che riguarda la natura della vita eterna generata
                  da Dio.



                  CAPITOLO VENTITREESIMO

                  Sull’esercizio della vita superiore

                  Segue  la  seconda  considerazione,  relativa  all’esercizio  della  vita  superiore  tra
                  noi e Dio.
                  Comprendete bene e elevate il vostro sguardo interiore fino alla sommità di voi
                  stessi, là dove non siete che una sola cosa con Dio: poiché l’unione con Dio è per
                  noi una condizione vivente ed eterna, dove Dio abita in noi e noi il lui. Questa
                  unione  è  vivente  e  feconda,  non  può  restare  inattiva;  ma  essa  si  rinnova
                  continuamente nell’amore attraverso nuovi incontri,  a causa della inabitazione
                  reciproca che nessuno può far cessare: non ci vede che attirare e seguire, donare
                  e ricevere, toccare ed essere toccato. Il Nostro Padre celeste, in effetti, abita in
                  noi e viene a visitarci lui stesso, elevandoci al di sopra della ragione e di tutta la
                  considerazione.  Egli  ci  priva  di  ogni  immagine  e  ci  trascina  fino  al  nostro
                  principio: là noi  non rincontriamo che un deserto nudo e selvaggio, vuoto di
                  tutte le forme o immagini, che si ricollega all’eternità.
                  È  là  che  il  Padre  ci  dona  suo  Figlio  e  che  questo  stesso  Figlio  si  presenta  al
                  nostra  sguardo  privato  delle  immagini,  con  la  luce  infinita  che  è  in  persona,
                  chiamandoci  a  lui  e  insegnandoci  a  fissare  e  a  contemplare  questa  luce
                  attraverso essa stessa. Da qui noi percepiamo la luce di Dio in noi stessi, noi ci
                  vediamo in essa e gli siamo uniti. E sebbene essa ci avvolge, noi non possiamo
                  afferrarla,  poiché  la  nostra  facoltà  di  comprendere  è  creata  e  la  luce  è  Dio.
                  Lasciamo  allora  il  nostro  sguardo  correre  con  essa  e  seguirla  in  questa  corsa
                  attraverso  la  lunghezza  e  la  larghezza  senza  fine,  altezza  e  profondità  senza
                  misura. Ed anche se gli saremo uniti in modo semplice, non possiamo tuttavia
                  raggiungere né afferrare quello che ci oltrepassa.
                  È così che il Padre è visto nel Figlio e il Figlio nel Padre, poiché essi sono una
                  sola  cosa  in  natura;  e  vivono  così  in  noi  e  ci  donano  lo  Spirito  Santo,  il  loro
                  amore reciproco, che con loro è una sola natura e un solo Dio abitante in noi,
                  poiché Dio non è affatto diviso in se stesso. E lo Spirito Santo si dona a sua volta
                  e viene a visitarci, tocca la fiamma ardente della nostra anima, essendo così il
                  principio e la fonte di un amore eterno tra noi e Dio.
                  L’esercizio  dell’amore  si  fa  liberamente  e  senza  timidezza:  esso  è  di  natura
                  avido  e  liberale,  reclama  continuamente  e  allo  stesso  tempo  si  offre,  dona  e
                  riprende. L’amore di Dio, in effetti, è avido ed esige dall’anima tutto ciò che è e
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