Page 101 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
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Stando così le cose, prego tutti coloro, a conoscenza dei quali verranno
queste cose, che, se non le comprendono e non ne fanno esperienza nella
fruitiva unione del loro spirito con Dio, non ne traggono scandalo, ma
lascino le cose come sono; per conto nostro non diremo niente che non sia
vero. Cristo disse le stesse cose in molti passi del suo Vangelo e lo si
vedrebbe, se noi potessimo scoprirle e mettere bene in luce. Per questo
motivo, chi vuole comprendere queste cose, deve essere morto a se stesso
e vivere in Dio, deve volgere lo sguardo alla luce eterna bene a fondo nel
suo spirito, dove la verità arcana si manifesta senza intermediario.
Il Padre celeste vuole che diventiamo vedenti, perché Lui è il Padre della
luce. Ecco perché Egli, da tutta l’eternità, senza sosta e senza
intermediario, dice nel mistero del nostro spirito una parola unica,
abissale e non altro: in quella stessa parola mostra Se Stesso e tutte le
cose. E questo significa quella parola: Ecco o Vedi. E qui avviene l’uscita e
generazione del Figlio, la Luce eterna, nel Quale si vede e si comprende
ogni felicità
CAPITOLO 2
Tre cose necessarie per la contemplazione soprannaturale
Se lo spirito deve contemplare Dio, per mezzo di Dio, senza
intermediario, nella luce divina, sono necessarie tre cose.
La prima è ch’esso sia, al di fuori, bene ordinato in tutte le virtù e, dentro,
sciolto da qualsiasi impedimento, da ogni attività esterna, come se non
avesse niente da fare. Infatti, se fosse interiormente distratto, o occupato,
in qualsiasi atto di virtù, sarebbe impegnato con delle immagini; ma, fino
a quando ci son queste, non ci può essere contemplazione.
La seconda cosa è che lo spirito deve aderire a Dio con intenso amore,
come una fiamma incandescente, che non può più essere spenta. Quando
si trova in queste condizioni, può contemplare.
La terza cosa è che perda se stesso nell’indeterminatezza dell’essenza
divina e nella caligine, nella quale tutti i contemplanti si smarriscono e
non riescono a ritrovarsi più a modo delle creature. In questo abisso di
oscurità, nel quale lo spirito, che brucia d’amore, muore a se stesso,
comincia la manifestazione di Dio e la vita eterna. Qui spunta una luce
incomprensibile, che è il Figlio di Dio, nella quale contempliamo la vita
eterna; in essa cominciamo a vedere. Questa luce divina è data dallo
spirito nella semplicità del suo essere, dove esso riceve lo splendore, che è
Dio stesso, al disopra di tutti i doni e di ogni attività creata, nel vuoto che
si apre in uno spirito staccato da tutto e dove, attraverso l’amore fruitivo,