Page 104 - Lo Splendore delle Nozze Spirituali
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eterno, a modo di idee: e secondo questa immagine eterna e a questa
somiglianza, siamo stati creati dalla sacrosanta Trinità.
Perciò Dio vuole che veniamo fuori di noi stessi ed entriamo in questa
luce divina, che ci sforziamo di tendere soprannaturalmente a questa
immagine e di farne la nostra propria vita e che la possediamo con Lui
attivamente e gaudiosamente nella beatitudine eterna. È più chiaro infatti
che il seno del Padre è la fonte e origine della nostra essenza; e dallo
stesso Dio Padre e da tutto ciò che è in Lui, s’irradia uno splendore, che è
la generazione del Figlio; e in questo splendore, cioè nel Figlio, Dio
conosce distintamente Se Stesso e tutto ciò che vive in Lui. Poiché, eccetto
la proprietà personale della paternità, che rimane sempre in Lui, tutto ciò
che Egli ha, lo dà al Figlio. Tutto quello, dunque, che esiste
misteriosamente nell’unicità del Padre, esiste tutto manifestatamente nel
Figlio. Così il fondamento semplice della nostra immagine rimane nella
caligine, privo di qualsiasi modo di essere. Ma l’incalcolabile splendore
che irraggia di qui e fa luce, porta fuori in qualche modo i misteri di Dio e
li rende manifesti. E tutti coloro che sono stati elevati al di sopra
dell’essenza creata alla Vita Contemplativa soprannaturale, diventano
una cosa sola con questo divino splendore, anzi in qualche odo diventano
questa stessa luce; e, attraverso questa luce divina, vedono, sentono,
trovano dentro di sé che essi stessi sono quel fondo semplice, secondo
quanto vi è in essi d’increato, donde erompe questa luce smisurata, o
modo divino, ma che per la semplicità dell’essenza, rimane anche
eternamente dentro.
Perciò i contemplativi interiori usciranno al di sopra della ragione, della
distinzione e dell’essenza creata, con una contemplazione perpetua
attraverso una luce infusa; così saranno trasformati dal Signore della
Luce, quasi luce in luce e diventeranno una cosa sola con la luce che
vedono e con la quale vedono; raggiungeranno anche la loro eterna
immagine, secondo la quale sono stati fatti e in una sola occhiata
contempleranno Dio e tutte le cose, senza distinzione.
Questa è certamente la più alta contemplazione e la più gratificante, alla
quale si può arrivare in questa vita. in essa uno rimane pienamente
padrone di sé e libero e, in ciascuna riflessione d’amore, può crescere in
perfezione più di quanto si possa comprendere. Poiché, per quanto
riguarda l’interna devozione e le pratiche delle virtù, l’uomo rimane
libero, ma la contemplazione della luce divina sta al di sopra di ogni
devozione, al si sopra delle virtù e di tutti i meriti, poiché essa è la corona
e il premio al quale aspiriamo con tutto l’animo e che in qualche modo
possediamo già ora: la vita contemplativa è in realtà una vita celeste. Se
fossimo liberati dal presente esilio, saremmo più pronti a ricevere la luce,