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1. Antonio vi saluta nel Signore, cari e stimati fratelli. Dio non ha
visitato le sue creature una sola volta, ma con la sua bontà, la sua
grazia e il suo spirito, ha seguito quanti fin dal principio del mondo
hanno camminato verso il Creatore secondo la legge dell’alleanza.
Gli esseri razionali, messi a morte nell’anima e nei se1si del loro
cuore dalla legge dell’alleanza, no sono più in grado di far uso della
loro intelligenza come nella condizione primitiva della creazione e,
privati ormai della ragione, si fanno schiavi della creatura e non
servi del Creatore. Il Creatore dell’universo per la sua grande bontà
ci ha visitato per mezzo della legge dell’alleanza. Infatti la nostra
natura è immortale. E tutti quelli che per mezzo della legge
dell’alleanza sono stati istruiti dallo Spirito Santo e hanno ricevuto
lo spirito di figli, hanno potuto adorare il loro Creatore in modo
conveniente. Di questi l’apostolo Paolo dice: «Eppure tutti costoro
non conseguirono la promessa» (Eb 11,39).
2. Il Creatore per il suo costante amore verso tutti voleva visitarci
nelle nostre infermità e nelle nostre dissoluzioni e fece apparire il
legislatore Mosè che ci consegnò la legge scritta e gettò le basi della
casa della verità, cioè della chiesa cattolica che creò l’unità fra tutti.
Dio infatti voleva farci ritornare alla nostra primitiva condizione.
Mosè iniziò la costruzione della casa, ma non la portò a termine,
l’abbandonò e morì. Dio poi per mezzo del suo Spirito fece apparire
l’assemblea dei profeti e anch’essi costruirono sulle fondamenta di
Mosè, ma non poterono completare il lavoro; anch’essi
l’abbandonarono e morirono.
Tutti, rivestiti dello Spirito, videro che la ferita era insanabile perché
non c’èra creatura capace di curarla se non il Figlio unigenito, vero
intelletto del Padre, immagine di colui che creò a sua immagine ogni
creatura razionale. Essi sapevano che il Salvatore è il grande medico,
si radunarono tutti insieme e pregarono per noi, membra del loro
corpo. Dicevano esclamando: «Non v’è forse balsamo in Galaad?
Non c’è più nessun medico? Perché non si cicatrizza la ferita del mio
popolo?» (Ger 8,22) e «Abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita.
Lasciatela e andiamo ciascuno al proprio paese» (Ger 51,9).
Dio poi per il suo infinito amore venne da noi e per mezzo dei suoi
santi profeti diceva: «Tu, figlio dell’uomo, fa’ il tuo bagaglio da
deportato, preparati a emigrare» (Ez 12,3). Egli infatti, «immagine di