Page 8 - Lettere
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1. Antonio vi saluta nel Signore, cari e stimati fratelli. Dio non ha
                  visitato le sue creature una sola volta, ma con la sua bontà, la sua
                  grazia e il suo spirito, ha seguito quanti fin dal principio del mondo
                  hanno camminato verso il Creatore secondo la legge dell’alleanza.
                  Gli  esseri  razionali,  messi  a  morte  nell’anima  e  nei  se1si  del  loro

                  cuore dalla legge dell’alleanza, no sono più in grado di far uso della
                  loro intelligenza come nella condizione primitiva della creazione e,
                  privati  ormai  della  ragione,  si  fanno  schiavi  della  creatura  e  non
                  servi del Creatore. Il Creatore dell’universo per la sua grande bontà
                  ci  ha  visitato  per  mezzo  della  legge  dell’alleanza.  Infatti  la  nostra
                  natura  è  immortale.  E  tutti  quelli  che  per  mezzo  della  legge

                  dell’alleanza sono stati istruiti dallo Spirito Santo e hanno ricevuto
                  lo  spirito  di  figli,  hanno  potuto  adorare  il  loro  Creatore  in  modo
                  conveniente. Di questi  l’apostolo  Paolo  dice:  «Eppure tutti costoro
                  non conseguirono la promessa» (Eb 11,39).


                  2. Il Creatore per il suo costante amore verso tutti voleva visitarci
                  nelle  nostre  infermità  e  nelle  nostre  dissoluzioni  e  fece apparire  il
                  legislatore Mosè che ci consegnò la legge scritta e gettò le basi della
                  casa della verità, cioè della chiesa cattolica che creò l’unità fra tutti.
                  Dio  infatti  voleva  farci  ritornare  alla  nostra  primitiva  condizione.
                  Mosè  iniziò  la  costruzione  della  casa,  ma  non  la  portò  a  termine,
                  l’abbandonò e morì. Dio poi per mezzo del suo Spirito fece apparire

                  l’assemblea dei profeti e anch’essi costruirono sulle fondamenta di
                  Mosè,  ma  non  poterono  completare  il  lavoro;  anch’essi
                  l’abbandonarono e morirono.
                  Tutti, rivestiti dello Spirito, videro che la ferita era insanabile perché
                  non c’èra creatura capace di curarla se non il Figlio unigenito, vero

                  intelletto del Padre, immagine di colui che creò a sua immagine ogni
                  creatura razionale. Essi sapevano che il Salvatore è il grande medico,
                  si  radunarono tutti  insieme  e pregarono  per noi, membra  del loro
                  corpo.  Dicevano  esclamando:  «Non  v’è  forse  balsamo  in  Galaad?
                  Non c’è più nessun medico? Perché non si cicatrizza la ferita del mio
                  popolo?» (Ger 8,22) e «Abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita.

                  Lasciatela e andiamo ciascuno al proprio paese» (Ger 51,9).
                  Dio poi per il suo infinito amore venne da noi e per mezzo dei suoi
                  santi  profeti  diceva:  «Tu,  figlio  dell’uomo,  fa’  il  tuo  bagaglio  da
                  deportato, preparati a emigrare» (Ez 12,3). Egli infatti, «immagine di
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